Calzature tra mercato e trend futuri

In un momento altalenante per l’economia mondiale e in uno scenario alquanto preoccupante, le imprese calzaturiere continuano a investire, soprattutto sulla diversificazione dei prodotti, perché è solo accontentando tutta la clientela che si esce vincenti

Siamo consapevoli che questa sarà un’edizione particolarmente significativa e una vera cartina al tornasole che darà indicazioni importanti su come il settore sta affrontando la crisi economica. A poche settimane dal via, possiamo dire che Micam-ShoEvent si presenta al pubblico forte di una conferma del suo primato internazionale». Queste le parole di Vito Artioli, presidente Anci (Associazione nazionale calzaturifici italiani) in occasione della manifestazione che si è svolta dal 4 al 7 marzo scorsi.Forse però non si erano fatti bene i conti con una crisi economica mondiale di cui non si conosce ancora bene la portata e che si farà sentire per tutti, ma soprattutto per i calzaturifici italiani che esportano mediamente circa l’80% della produzione.I dati infatti confermano che, dopo un positivo “consolidamento” nei primi mesi del 2008 dei segnali di recupero che avevano contraddistinto tutto l’anno precedente, è seguito un rallentamento progressivo che è poi sfociato nella brusca frenata dell’ultimo trimestre dell’anno. Le prime stime sul risultato del 2008 non sono quindi positive, come effetto di queste due opposte tendenze, ma vanno lette alla luce di una crisi internazionale che interessa tutti i beni di consumo. Certo è che i primi segnali per il 2009 rimangono tendenzialmente negativi e questo non può che far abbassare il livello di fiducia delle aziende soprattutto perché la situazione continua a mutare rapidamente. «Le nostre imprese non si danno per vinte», spiega invece Artioli, «anche in uno scenario molto preoccupante. Da un’indagine a campione emerge che la maggior parte di esse hanno ancora fiducia nelle potenzialità del loro business. Gran parte delle strategie che dicono di voler attuare in questo momento difficile non si concentrano sui tagli di costi, ma su nuovi investimenti. Nuovi mercati (60% dei rispondenti), nuovi prodotti (55%), nuove strategie di distribuzione (50%), modifiche nelle tempistiche produttive e creative (40%) sono le indicazioni che emergono». Per quanto riguarda gli ultimi dati disponibili riferiti ai primi 11 mesi dell’anno presentano un export in riduzione a volume (-9,1% in quantità) ma ancora un moderato aumento a valore (+0,8%) così come una crescita del prezzo medio salito a 31,04 euro al paio (+10,8%). La contrazione ha interessato a volume tutti i segmenti merceologici mentre, a livello di Paesi, pesanti flessioni a volume (accompagnate da cali più contenuti in termini di valore) si sono registrate nei principali Paesi acquirenti come Germania (-16,3% in quantità), Francia (-11,9%), Regno Unito (-26,2%) e Usa (-22,5%). Decisamente marcata la flessione dell’export verso un altro importante Paese industrializzato, il Giappone: -24,8% in volume e -15,6% in valore. Trend ancora favorevoli, malgrado il rallentamento generalizzato, hanno invece caratterizzato le vendite in Spagna (+9,7% in quantità), Svizzera (+9%), Grecia (+15%) e nei Paesi dell’Est Europa e della Csi (cresciuti in valore dell’11,5%); tra questi, la Federazione Russa (+3,6% in volume e +14,6% in valore) ha invece segnato un rallentamento molto forte nei mesi di ottobre e novembre. «Non abbiamo mai nascosto che ci stavamo avvicinando all’apertura del salone con qualche preoccupazione», commenta il presidente Anci in chiusura di manifestazione, «posso comunque esprimere soddisfazione per queste giornate di lavoro. Soddisfazione perché, in questa congiuntura, i dati sono comunque positivi rispetto all’andamento molto negativo degli ultimi mesi dei mercati internazionali e quindi un segnale di speranza per tutto il settore e un’affermazione del ruolo di Micam. Ma è soprattutto importante sottolineare come il mezzo fieristico si riconfermi uno strumento di marketing fondamentale che consente alle imprese di mostrarsi sul mercato e al tempo stesso ai buyer di verificare la più ampia offerta».La manifestazione infine si è chiusa con un calo contenuto nel numero dei visitatori accreditati, 36.555 in totale (-5,7% sull’analoga edizione del 2008): 17.610 i visitatori italiani e 18.945 quelli stranieri, rispettivamente -1,5% e -9,4% se confrontati con febbraio 2008.

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