Dopo tanta attesa, arriva la mossa forte della Bce per la ripresa: taglio dei tassi di interesse allo 0,05% dallo 0,155. Si tratta del nuovo minimo storico nel costo del denaro.
L’euro è immediatamente sceso a 1,30 dollari, mentre le Borse hanno accolto tutte virando nettamente in positivo mentre lo spread calava a 140 punti.
Ma non finiscono qui i provvedimenti voluti da Mario Draghi: il Consiglio direttivo dell’Eurotower ha inoltre deciso di ridurre il tasso sui depositi, da -0,1% a -0,2%, e quello marginale, da 0,4% a 0,3%. E soprattutto ha varato l’acquisto di Abs (Asset backed securities), in particolare su prestiti di famiglie e imprese. Si partirà a ottobre, ancora non sono note le cifre.
«Nessuno stimolo fiscale può bastare da solo senza riforme strutturali ambiziose, importanti e forti», è però il monito del presidente della Bce, «alcuni Stati hanno fatto passi importanti, altri devono ancora emettere e applicare questo genere di misure. È evidente che questi sforzi devono guadagnare slancio per raggiungere una crescita sostenibile dell’economia e dell’occupazione nell’area euro.
La Bce ha infatti ridotto le stime sul pil dell’Eurozona rispetto alle previsioni di giugno: l’economia è stimata a +0,9% nel 2014 e dell’1,6% nel 2015. Rivista invece al rialzo all’1,9% la previsione per il 2016. Bocciato invece il lancio del quantitative easing auspicato da più osservatori.
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