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Aziende, come uscire dalla crisi? La parola ai top manager

Se nel 2019 l’obiettivo era la crescita del business, gli scenari post Covid-19 sono decisamente cambiati. Le parole d’ordine sono agilità e resilienza

Adozione di nuove tecnologie e soluzioni digitali (71%), come il potenziamento dello smart working; valorizzazione dei talenti (61%); nuovi prodotti e servizi (61%); incremento della produttività e miglioramento dei processi di gestione (61%); riorganizzazione della supply chain (52%) e riduzione dei costi (45%). Sono queste le principali iniziative proposte dalle aziende italiane per i prossimi sei mesi ed emerse da un recente sondaggio condotto da Bdo – multinazionale di revisione e consulenza aziendale – su 244 Senior Manager di aziende europee. A rappresentare il sentiment delle aziende italiane 31 top manager di aziende operanti in diversi settori (manifatturiero, tecnologia e telecomunicazioni, servizi professionali, trasporti e logistica, energetico, sanità, farmaceutico, media e spettacolo) con fatturati superiori ai 20 milioni di euro.

L’impatto del Covid-19 e la risposta dell’Italia

L’Italia è stato uno dei primi Paesi europei a essere colpito dalla pandemia e il 38% delle nostre aziende intervistate ha giudicato “rilevante” o “grave” l’impatto del Covid-19, con conseguenze che vanno da significative perdite in termini di introiti a difficoltà finanziarie che hanno richiesto un importante taglio dei costi. Per rispondere nell’immediato all’emergenza, l’Italia, storicamente in ritardo sulla digitalizzazione, ha adottato nell’84% dei casi lo smart working per tutelare la salute dei propri dipendenti e, al contempo, garantire la continuità operativa del business. Si tratta di un dato interessante anche in ottica futura, si sottolinea nell’indagine, dal momento che il 42% degli intervistati ha dichiarato che intende incrementare il numero di lavoratori in regime di smart working rispetto ai livelli pre-Covid. Una scelta, questa, che sicuramente avrà un impatto anche sulle città ridisegnandone il tessuto urbano in termini di mobilità e occupazione degli spazi.

Tuttavia, è stato significativo il ricorso anche a ulteriori azioni per affrontare la crisi e limitare i danni economici, soprattutto in Italia rispetto all’Europa: il 39% ha attuato una riduzione dei salari, fondo di integrazione salariale e piani di contingenza; il 39% ha rinegoziato i contratti con i fornitori e il 35% è stato costretto a sospendere temporaneamente le attività.

I manager italiani riconoscono, più dei colleghi europei 65%, l’importanza del ruolo del Governo rispetto alle misure messe in atto per sostenere le imprese durante i mesi di crisi. Il 77%, infatti, ritiene importante il supporto ricevuto dal Governo e dalle istituzioni per la sopravvivenza della propria azienda. In particolare, lo considera utile per far fronte alle pressioni dovute alla gestione dei flussi di cassa nel breve periodo.

Imprese, nuovi obiettivi: dalla crescita alla resilienza

Se nel 2019 il focus delle aziende era rivolto agli investimenti finalizzati alla crescita del business, la pandemia ha necessariamente cambiato la situazione e costretto le imprese a rivedere le proprie priorità per i prossimi sei mesi. In Europa, il 31% (il 26% in Italia) di tutte le aziende intervistate, infatti, mira, in primis, a garantire la stabilità finanziaria e il 27% (26% nel nostro Paese) ha come obiettivo quello di mantenere la propria quota di mercato.

Il 33% dei manager italiani ritiene, tuttavia, che sarà necessario rivedere il proprio business model nei prossimi mesi così come la supply chain, messa a dura prova durante la crisi, che il 23% ha valutato essere molto più vulnerabile di quanto pensassero.

Credits Images:

Foto di mohamed hassan form PxHere