Coronavirus e abbigliamento: cambia il comportamento di acquisto

ASSIRM segnala come l’incertezza del presente influisce negativamente sul futuro ma le aziende possono andare incontro alle nuove richieste dei clienti italiani.

La chiusura di tutti i negozi di abbigliamento, accessori e calzature e la successiva sospensione della vendita di tali prodotti anche nel canale Food, hanno inevitabilmente trasformando le regole dello shopping. Le ricadute del Covid-19 sul settore non riguardano solo il breve termine, ma anche le prospettive future.

Dai dati raccolti dall’Associazione che riunisce le maggiori aziende italiane che svolgono Ricerche di Mercato, Sondaggi di opinione e Ricerca Sociale (ASSIRM), emerge innanzitutto un’evoluzione dell’opinione pubblica che si traduce in sei significative evidenze:

  • la maggior parte degli italiani afferma che la vicenda Covid-19 non si concluderà in tempi rapidi e in modo semplice: gli intervistati dichiarano infatti di prepararsi ad un lungo periodo di convivenza con il virus modificando considerevolmente le proprie abitudini;

  • l’incertezza del momento mantiene alto e generalizzato un atteggiamento di risparmio e di attenzione alle spese

  • si indebolisce, in modo lieve ma costante, il fronte di totale condivisione delle limitazioni imposte dal governo, anche se per ora non vengono comunque messe in discussione;

  • diminuisce sensibilmente l’ottimismo rispetto alla possibilità per gli individui di uscire positivamente da questa crisi;

  • aumenta lo stato d’ansia: il 46% degli intervistati dichiara di sentirsi molto/moltissimo ansioso in questo ultimo periodo;

  • l’inquietudine del momento genera sempre più situazioni negative come nervosismo (39%), tristezza/malinconia (39%) e insonnia (31%)

L’eccezionalità del momento mostra che ultimamente i consumatori italiani acquistano abbigliamento, accessori e scarpe prevalentemente per necessità (45%), mentre solo il 17% degli intervistati compra per svago e distrazione. Significativo però che 1 italiano su 3 dichiari di rimandare gli acquisti a fine emergenza. Considerando poi il nuovo canale di acquisto, ossia il mondo e-commerce, emerge una piena soddisfazione del servizio da parte del 20% degli intervistati, mentre il 34% lamenta dei problemi nei tempi di consegna (non garantiti o allungati notevolmente).

Immaginando il ritorno nei negozi fisici, che per la maggior parte degli italiani avverrà a fine maggio, nei comportamenti dei consumatori si consolida il valore della sicurezza: 1 intervistato su 3 dichiara infatti che manterrà la distanza imposta in queste settimane ed eviterà giorni e orari di punta come anche locali commerciali affollati. In termini di acquisti futuri emerge invece l’attenzione ai prodotti italiani (40%), come atto di fiducia e sostegno dell’economia nazionale, e un ulteriore orientamento verso saldi e/o promozioni (38%).

Per varcare nuovamente la porta delle attività di abbigliamento, accessori e calzature, i consumatori si aspettano però dai brand attenzioni specifiche, tra le più richieste la pulizia e la sanificazione dell’ambiente (49%), l’installazione di dispenser igienizzanti all’ingresso del negozio a pari merito con la regolamentazione degli accessi (39%) ed infine il controllo del comportamento della clientela nell’osservanza delle norme igieniche (27%).

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