Arredamento, non c’è solo il bonus fiscale

Il settore del legno e del design italiano riparte anche dal gioco di squadra per conquistare nuove quote di mercato all’estero, in attesa che i consumi interni tornino a crescere. “Il futuro è nella rete d’imprese”, dice Roberto Snaidero

Si parla di circa 15 mila posti di lavoro salvati. Se si fossero aggiunti ai 55 mila che si sono già persi nella filiera del legno e dell’arredo italiano negli ultimi cinque anni sarebbe stata un’ulteriore debacle, un nuovo durissimo colpo non solo all’economia nazionale, ma anche a quella galassia di competenze e professionalità che continuano a fare grande il made in Italy nel mondo. Per fortuna, grazie all’introduzione del bonus fiscale sull’acquisto di nuovi mobili ed elettrodomestici in concomitanza con le ristrutturazioni edilizie, l’industria di settore ha potuto tirare un sospiro di sollievo. Ma la misura è solo un tamponamento temporaneo. Introdotto ad agosto sulla base di un decreto approvato il 6 giugno (la data fino alla quale è stata estesa la validità dell’intervento), il bonus che copre il 50% delle spese in arredo fino a un massimo di 10 mila euro sarà disponibile fino al 31 dicembre. Con la tempesta economica e politica che tormentava il Paese la scorsa primavera, in FederlegnoArredo non ci speravano troppo. Riuscire a ottenere un incentivo in tempi di spending review sembrava quasi un controsenso. Eppure l’ostinazione – o forse il buonsenso – alla fine ha prevalso. «Abbiamo fatto il giro delle venti chiese dei partiti», ammette Roberto Snaidero, presidente della federazione delle imprese italiane che lavorano nel legno e nell’arredo, «ma abbiamo avuto soddisfazione: sia il presidente del Consiglio Enrico Letta che i ministri Maurizio Lupi, Flavio Zanonato e Mario Mauro ci hanno dato una mano per risolvere questo problema. E anche se l’iter è partito ai primi di giugno, e la legge è partita ad agosto, quando la gente più che a rinnovare l’arredamento pensa alle vacanze, abbiamo riscontrato un grande interesse da parte dei consumatori rispetto a questa opportunità. Il sito Bonusfiscale.it ha infatti registrato circa 250 mila contatti. Penso e spero che molti di questi si tramuteranno in occasioni di vendita per i nostri associati». Per la prima volta nella sua storia, FederlegnoArredo ha ideato e avviato una campagna di comunicazione istituzionale volta proprio a promuovere il bonus e a spingere i consumatori ad approfondire il tema. «È una cosa nuova per noi», continua Snaidero. «Dopo il flight sui quotidiani di agosto e settembre continueremo per tutto ottobre sulle radio e sui siti Web. Il nostro scopo è quello di dare un segnale molto chiaro al mercato, in modo che in seconda battuta il mercato lo dia alla politica». Ma il lavoro di FederlegnoArredo non si ferma qui. L’altra campagna è quella giocata sullo scacchiere internazionale, dove non conoscono sosta le attività di promozione per rendere l’export una voce sempre più rilevante nel conto economico delle imprese italiane. «Dopo la presentazione del progetto L’Italia che vive per la promozione delle cucine italiane a New York e a Londra ci aspetta la tappa di Mosca, e poi chiuderemo il tour il 26 novembre a Shanghai», precisa Snaidero.

COME USUFRUIRE DEL BONUS

«PRIMA SI COMUNICA, MEGLIO È»

C’è da capire in che modo le aziende che beneficeranno del bonus vorranno utilizzare quel po’ di ossigeno generato dall’aumento della domanda in quest’ultimo scorcio del 2013. «Al momento dobbiamo essere realisti», risponde Roberto Snaidero. «La strategia oggi consiste nel mantenere quello che abbiamo, di crescita sul mercato interno in questo momento c’è poco da parlare. Tutto quello che possiamo fare per prepararci al domani, quando i consumi torneranno a crescere, è favorire la creazione delle reti d’impresa, che rappresentano per la pmi italiana un fattore positivo di crescita: unire le forze consente di abbattere i costi senza ridurre investimenti. Ma stiamo imparando a fare squadra pure sul piano comunitario perché l’Ue cominci a salvaguardare davvero la proprietà intellettuale dei nostri prodotti. Piccolo è bello, d’accordo, ma viviamo in un mondo in cui ci copiano, e se non si costruisce gruppo ben coeso a livello locale, nazionale e sovranazionale, lavorando come un sistema-Paese, il rischio di non fare i propri interessi aumenta drammaticamente. Per fortuna, il lavoro che stiamo facendo ha dato finora buoni risultati e mi fa essere ottimista anche per il futuro».

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