Ancora crisi per l’edilizia

Il settore è tornato ai livelli degli anni 90, con un calo degli investimenti in costruzioni del 17% in 3 anni

“A causa dell’esaurimento del portafoglio ordini delle imprese, del Patto di stabilità che blocca i pagamenti e della stretta creditizia, si corre il rischio che per l’edilizia, il 2010, possa essere l’anno più nero, con danni irreparabili sulla tenuta non solo economica ma anche sociale del Paese”. Questo quanto affermato da Paolo Buzzetti, presidente dell’Ance, che ha aperto ieri la conferenza stampa di presentazione dell’Osservatorio congiunturale sull’industria delle costruzioni. Come si evince dallo studio, il settore è tornato ai livelli degli anni 90, con un calo degli investimenti in costruzioni del 17% in 3 anni (solo nel 2009 il calo è stato del 7,7% rispetto al 2008). Nel comparto residenziale gli investimenti sono scesi del 8,9% mentre in quello pubblico del -5,4% con previsione 2010 del -3,9%.Per quanto riguarda il 2010, le previsioni Ance indicano un ulteriore calo degli investimenti in costruzioni, pari a -7,1% (-4,1% nel primo trimestre rispetto allo stesso periodo del 2009 secondo l’Istat).Nel corso dei primi tre mesi di quest’anno alcuni indicatori sembrano mostrare un allentamento della fase recessiva. In particolare: nel mercato immobiliare abitativo sono state compravendute circa 142 mila le abitazioni registrando un +4,2% rispetto allo stesso periodo del 2009 mentre, per quanto riguarda le nuove abitazioni nel 2010 registreranno ancora un -12,4%. Come si legge dallo studio, l’unico comparto in crescita quest’anno è quello della riqualificazione del patrimonio abitativo (+1%) grazie alle agevolazione fiscali in atto.

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