Come pagano le aziende in Italia? Lo rivela un nuovo studio

La nuova ricerca condotta da Cribis evidenzia le abitudini di pagamento delle imprese

come pagano aziendeShuttershock

È stato pubblicato il nuovo Studio Pagamenti 2024 realizzato da Cribis, società del gruppo Crif specializzata nella business information. L’osservatorio annuale è arrivato alla sua ventesima edizione e anche quest’anno ha voluto fotografare le abitudini di pagamento delle aziende in Italia e nel mondo, svelando i risultati nella giornata di ieri, martedì 28 maggio, durante una conferenza tenutasi agli Ibm Studios di Milano.

Il report ha analizzato le abitudini di pagamento delle imprese di 39 Paesi del mondo che rappresentano circa il 90% del PIL mondiale. Tra i risultati principali che sono emersi, il fatto che con il 41,1% di pagamenti alla scadenza l’Italia è 18° (su 25) in Europa in termini di puntualità, una posizione più alta rispetto allo scorso anno. La ricerca ha però riscontrato enormi ritardi rispetto alle principali economie industrializzate europee, come Germania, Regno Unito, Francia e Spagna. Sul campione globale, invece, l’Italia si è classificata al 28° posto.

Trend pagamenti Q4 2022 – Q4 2023 in Europa Settentrionale – Fonte: Studio Pagamenti 2024 di Cribis

I pagamenti oltre i 30 giorni considerati come ritardi gravi, sono passati dal 9,1% del 2022 al 9,6% del 2023 (+5,5%). In testa alla classifica europea dei Paesi con le aziende più virtuose si trova la Danimarca, con pagamenti puntuali nel 94,2% dei casi. Fanalino di coda invece la Romania, con più di 9 pagamenti su 10 mancati alla scadenza.

Trend pagamenti Q4 2022 – Q4 2023 in Europa Meridionale – Fonte: Studio Pagamenti 2024 di Cribis

Marco Preti, Amministratore Delegato di Cribis, ha commentato così i risultati dello studio dedicato a come pagano le aziende: «I dati dell’osservatorio Studio Pagamenti ci indicano che l’Italia viaggia a due velocità: la puntualità nei pagamenti e l’incidenza dei ritardi gravi cambiano drasticamente spostandosi dal nord-est e nord-ovest, dove le aziende mostrano comportamenti più virtuosi, al centro-sud e isole. È anche vero che i dati mostrano un lieve peggioramento nei pagamenti delle piccole e medie imprese italiane, ma il dato non è preoccupante se contestualizzato nel contesto macroeconomico del 2023 che presenta caratteri di grande complessità, di fronte al quale le PMI hanno tenuto meglio del previsto».

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Quello che desta preoccupazione, tuttavia, è proprio il confronto con le altre economie industriali europee: «Questo posizionamento rappresenta un evidente problema di competitività: ogni volta che le aziende italiane devono fare qualcosa per ottenere un pagamento, perdono marginalità. Le aziende devono imparare a rispondere al clima di incertezza, un fattore di mercato che durerà a lungo e che le imprese dovranno gestire se vorranno mantenere un posizionamento competitivo» ha aggiunto Preti.

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