Asta tlc, a rischio il digitale terrestre

Oggi l’apertura delle buste. Ma per le frequenze 4G messe all’asta rimane il problema delle interferenze con le televisioni

Telecom, Wind, H3G e Vodafone. Questi i big della telefonia che hanno presentato le loro offerte per l’asta delle frequenze 4G, quelle che, messe in palio dal Governo, serviranno agli operatori tlc a implementare i servizi evolutivi per la connettività mobile. Si è fatto da parte Linkem, l’outsider dell’asta. La piccola azienda di servizi per la connettività senza fili (WiMax, Wi Fi e Hiperland), controllata dal fondo statunitense Ramius Capital Group, ha deciso all’ultima ora di non presentarsi alla competizione, che quindi è divenuta una sfida a quattro. In palio 255 Mhz (800, 1800, 2000, 2600 Mhz le bande delle frequenze), dai quali il ministro dello Sviluppo Economico Paolo Romani spera di raccogliere almeno 3,1 miliardi di euro (la base d’asta è 2,4).Una gara questa che, vista l’abbondanza delle frequenze e i pochi concorrenti in disposizione, potrebbe però giocarsi al ribasso. Tra i nodi ancora da sciogliere quello delle televisioni. Se parte delle frequenze a 800 Mhz sono ancora occupate dalle emittenti locali (che per lasciarle chiedono più dei 240 milioni offerti loro dal Governo), sul primo lotto dello stesso gruppo di frequenze si potrebbero verificare interferenze con le televisioni, questa volta nazionali: La7, ma anche Rai e Mediaset. Un problema quindi notevole che potrebbe far calare, e non di poco, il prezzo delle frequenze in questione. Oggi comunque si procederà all’apertura delle buste e domani l’asta inizierà ufficialmente.

© Riproduzione riservata