Contrordine, i neutrini (forse) non battono la luce

I risultati dall’esperimento condotto da Cern e Infn, che ribaltavano la teoria della relatività ristretta di Einstein, potrebbero essere stati disturbati da anomalie nei sistemi di rilevazione

Luce batte Neutrini 1-0. Pare che i risultati dell’esperimento condotto da Cern e Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn), che solo pochi mesi fa avevano fatto gridare al miracolo (con i neutrini più veloci della luce a smentire la teoria della relatività ristretta di Einstein), siano stati disturbati da anomalie nei sistemi di rilevazioni utilizzati. Pare che l’errore sia legato ad un interruttore né acceso né spento e ad un orologio atomico non perfettamente calibrato. Due anomalie che avrebbero regalato ai neutrini,in viaggio dal Cern di Ginevra ai Laboratori Nazionali del Gran Sasso dell’Infn, un vantaggio capace di farli viaggiare ad una velocità di circa 60 nanosecondi superiore a quella della luce, il limite (o almeno quello fino ad allora ritenuto tale) della velocità del cosmo.

«Come abbiamo avuto i nostri dubbi all’inizio, li abbiamo ancora. Abbiamo lavorato intensamente per cercare la causa di questa anomalia», ha detto il fisico Antonio Ereditato, coordinatore della collaborazione Opera. «Nella totale e responsabile trasparenza e onestà – ha sottolineato il fisico – presentiamo questi nuovi dati con lo stesso livello di dubbio con cui nel settembre scorso avevamo annunciato l’anomalia nella misura della velocità dei neutrini. Bisogna mantenere la calma perché nemmeno adesso abbiamo la certezza». Una posizione condivisa dal direttore scientifico del Cern, Sergio Bertolucci, per il quale «la situazione resta aperta finché non ci saranno nuove misure indipendenti». A dire l’ultima saranno però ancora una volta i dati sperimentali. Altri fasci di neutrini compiranno il viaggio dal Cern ai laboratori del Gran Sasso, questa volta senza alcuna interferenza da parte delle due anomalie, che nel frattempo sono state corrette. A quel punto ci saranno elementi ulteriori per avvicinarsi a delle conclusioni.

Opera è stato ideato ed è condotto da un team di ricercatori provenienti da Belgio, Croazia, Francia, Germania, Israele, Italia, Giappone, Corea, Russia, Svizzera e Turchia. L’esperimento costituisce una complessa impresa scientifica realizzata grazie alla maestria di un gran numero di scienziati, ingegneri, tecnici e studenti, e con il forte impegno dei vari attori del progetto. In particolare si segnalano i LNGS / INFN, i laboratori del Cern, e il sostegno finanziario di Italia e Giappone con il contributo sostanziale di Belgio, Francia, Germania e Svizzera.

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