Il whistleblowing è legge: potete ancora fidarvi dei colleghi?

Whistleblowing è la parola dell'anno e ora è legge: si potrà denunciare il vicino di scrivania per corruzione e abusi nel pubblico. Migliorerà davvero la vita in ufficio?

Il whistleblowing è legge. Chi denuncia un illecito o un abuso avrà la garanzia dell’anonimato e sarà tutelato dal sistema. La pratica anglosassone è stata voluta innanzitutto da Raffaele Cantone («Una norma di civiltà. Chi segnala illeciti di cui è venuto a conoscenza sul luogo di lavoro non può essere lasciato solo») e portata in Parlamento dal Movimento 5 Stelle tre anni fa. Grillo esulta insieme alle associazioniTrasparency e Riparte il Futuro che hanno condotto una lunga battaglia per arrivare a questo punto. Contraria invece Forza Italia: «Una norma barbarica che incoraggia le vendette e le invidie sul posto di lavoro», suggerisce Stefano Parisi.

Whistleblowing: come funziona

Il whistleblowing migliorerà davvero la vita in ufficio? Di sicuro per chi vuole denunciare un illecito di un collega. Non sono ammesse denunce anonime, ma sarà vietato rivelare l’identità di chi rivela l’illecito. In caso di processo penale, tuttavia, il segreto sull’identità del segnalante non potrà protrarsi oltre la chiusura delle indagini preliminari.

In ogni caso, l’autore della soffiata (whistleblower, appunto) non potrà essere sanzionato, demansionato, licenziato, trasferito o sottoposto ad altre misure ritorsive. E in caso di licenziamento, si prevede il reintegro nel posto di lavoro e la nullità di ogni atto discriminatorio o ritorsivo. Anche perché l’onere della prova sarà invertito: in caso di contestazione, spetterà all’ente dimostrare l’estraneità del liceniamneto rispetto alla segnalazione. Per chi si vendicherà è prevista una pena di 30 mila euro, che salgono a 50 mila per chi ignorerà la segnalazione.

Contrasto alle denunce false

Per evitare denunce false e vendette, è prevista la fine dell’anonimato in caso di condanna del segnalante in sede penale (anche in primo grado) per calunnia, diffamazione o altri reati commessi con la denuncia o quando sia accertata la sua responsabilità civile per dolo o colpa grave. «Questa legge legittimerà e incoraggerà un clima di costante e reciproco sospetto alimentato da accuse segrete. Ci sarà un sistema di “caccia alle streghe” in cui il denunciato, anche se ingiustamente, potrà subire effetti catastrofici sul proprio percorso professionale», accusa Francesco Paolo Sisto di Forza Italia.

E il privato?

La tutela del «whistleblower» vale per tutte le amministrazioni pubbliche, inclusi gli enti pubblici economici e quelli di diritto privato sotto controllo pubblico., così come le imprese che forniscono beni e servizi alla Pubblica amministrazione. L’estensione al settore privato sarà possibile grazie a modelli organizzativi e di gestione che vietino atti di ritorsione o discriminatori e specifici canali di segnalazione (di cui almeno uno con modalità informatiche) garantendo la riservatezza dell’identità. I modelli dovranno adottare sanzioni nei confronti di chi viola la tutela del segnalante e di chi (con dolo o colpa grave) effettua segnalazioni infondate.

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