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Il web è vivo o morto? Se ne discute allo IAB Forum

In Italia la pubblicità on line cresce del 15% annuo e vale ora 1000 milioni di euro. Ma per Chris Anderson, fondatore di Wired, il web è ormai morto, colpa di iPad e Facebook

Prosegue lo IAB Forum di Milano, il più importante appuntamento italiano con la comunicazione digitale e l’advertising on line. 10.000 iscritti, in crescita del 40% rispetto al 2009, 110 espositori in 5.000 metri quadrati di superficie; ecco i numeri dell’evento di riferimento per un settore che è in continua crescita. Ma quanto vale il mercato della rete nel nostro paese? A rispondere al quesito Roberto Binaghi, presidente di IAB Italia, che quantifica i segnali positivi che arrivano dalla pubblicità on line. “L’advertising sulla rete segna quest’anno un incremento del 15% e vale ormai l’11% dell’intero comparto. Questo vuol dire parlare di 1.000 milioni di euro di investimenti”. Oltre a darci i numeri del presente, Binaghi azzarda delle previsioni per il futuro: “Per quanto riguarda i prossimi tre anni poi, si prevede una crescita media del 15% all’anno, che nel 2013 dovrebbe dunque portare il mercato italiano della pubblicità on line a una crescita del 50% rispetto ai 1.000 milioni attuali, con uno share sul mercato pubblicitario nel suo complesso nell’ordine del 15%”.Ma c’è qualcuno che traccia un quadro diverso per la Rete. È Chris Anderson, fondatore di Wired, secondo il quale il quale “the Web is dead”. Secondo il guru del web la combinazione di device come l’iPad e i social network, come Facebook, sta modificando l’approccio degli utenti al web,rendendolo molto più intermediato. Il web è frequentato principalmente attraverso strumenti che lo frammentano e per i quali l’acceso è fin troppo regolamentato. “Un device porta verso la nuvola, la nuvola di applicazioni, riposte nei server delle grandi società, compone le feature che desideriamo dentro il device. Noi non vediamo più ciò che lo permette, ma godiamo il prodotto finale di questo assemblamento”.

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La copertina di Wired: “The Web is dead”