Bce: quali sono le decisioni di Draghi, che deludono i mercati

Il numero uno della Banca centrale europea non annuncia quel “quantitative easing 2” atteso dai mercati, che cadono pesantemente

Cinque misure, fra cui il taglio del tasso sui depositi e un’estensione sugli acquisti di debito. Ma le decisioni prese dalla Bce di Mario Draghi non soddisfano i mercati finanziari, che si aspettavano un quantitative easing diverso e non un semplice prolungamento dell’attuale. La delusione è tale che le Borse europee, nella serata di giovedì 3 dicembre, cadono pesantemente bruciando 250 miliardi di euro (Milano perde oltre il 2,4%). Ma quali sono le decisioni prese dal board della Banca centrale europea, che deludono tanto i mercati finanziari? Due, come riportato dall’Ansa, gli architravi della nuova offensiva della Bce di fronte a un’inflazione anemica (0,1% a novembre) che ha spinto i tecnici di Francoforte a tagliare a 1,6% la previsione d’inflazione al 2017, ben lontana dall’obiettivo del quasi 2% che si sperava fosse centrato alla fine d’anno.

LE CINQUE MISURE DELLA BCE. Da una parte il quantitative easing, gli acquisti di debito per creare moneta, anziché esaurirsi a settembre 2016 continueranno fino a marzo 2017 “e oltre, se necessario”, precisa Draghi. Agli 1.140 miliardi iniziali il Qe ne aggiunge almeno altri 360. Dall’altra il tasso sulla liquidità che le banche parcheggiano alla Bce scende da -0,2% a -0,3%. Un ulteriore disincentivo per spingere invece le banche a fare credito, una spinta al ribasso dell’euro, e un meccanismo che consente di comprare più bond dei Paesi, come la Germania, i cui rendimenti dei titoli a breve ormai sono sotto il tasso sui depositi, che è la soglia sotto la quale la Bce non può comprare. Va letta in questo senso anche la decisione di comprare debito degli enti locali. Infine, per evitare che l’espansione del bilancio della Bce faccia marcia indietro quando i titoli comprati inizieranno a scadere, fra poco più di un anno, la Bce reinvestirà il capitale a scadenza «oltre marzo 2017», spiega Draghi.

PERCHÈ GLI INVESTITORI SONO DELUSI. C’è la delusione per chi – erano la maggioranza – si aspettava un colpo d’ala agli acquisti mensili di debito oltre gli attuali 60 miliardi, che avrebbe incarnato quell’accelerazione cui Draghi aveva fatto pensare quando, a fine novembre, aveva promesso di fare «tutto quello che dobbiamo» per riportare l’inflazione in linea. C’è poi la consapevolezza, si spiega nel lancio dell’agenzia di stampa, che il presidente della Bce abbia in qualche modo le mani legate dall’opposizione nel board, capitanata dalla Bundesbank di Jens Weidmann, ad azioni più decise: il via libera alle misure di oggi è stato «non unanime, ma con una maggioranza molto ampia a suo favore», ha spiegato Draghi.

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