Politica energetica in Italia. Saremo capaci di una riforma?

Rincari e difficoltà legate alle tensioni geopolitiche hanno messo in evidenza l’urgenza di una politica energetica efficace e tempestiva. I fondi del Pnrr possono aiutare, ma serve un ragionamento strategico di sistema, che porti le aziende a consumare meno e meglio. Ne saremo capaci?

Bollette che somigliano al conto di una gioielleria, una dipendenza che risente delle tensioni geopolitiche, particolarmente forti in queste ultime settimane, unita a problemi strutturali di cui non si può più rimandare la soluzione. Il prezzo dell’energia in Italia colpisce tutti, dalle famiglie alle grandi aziende, passando per i piccoli imprenditori. Ognuno ha il suo punto di vista su come affrontare un capitolo che è fondamentale per lo sviluppo del Paese e su cui si concentrano molti dei fondi previsti dal Pnrr. Ma il percorso è lungo e i punti di vista da tenere in considerazione sono tanti. Un particolare, questo, che rende la situazione ancora più complessa da gestire.

«Tutti auspichiamo una maggiore penetrazione delle energie rinnovabili», spiega a Business People Dario Costantini, presidente della Cna, la Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media impresa, «ma dobbiamo essere consapevoli che nel lungo periodo continueremo ad aver bisogno dei combustibili fossili. Detto questo, la riforma della politica energetica deve essere in cima all’agenda. La situazione è gravissima e i problemi delle famiglie sono noti, ma io vi rivelerò i risultati di un’indagine condotta sul caro energia: quasi tutte le imprese che abbiamo interpellato pensano di tagliare i margini, aggiornare i listini più spesso e rinviare gli investimenti. Alcune, però, pensano anche a ridurre l’organico o a chiudere la propria attività».

I numeri parlano chiaro con le bollette di gennaio sono arrivate le prime stangate a privati e aziende, con aumenti del 55% per la luce e del 48% dei gas. Il governo ha assicurato che si tratta di un fenomeno transitorio e che durante il 2022 si verificherà un lento, ma progressivo, calo dei prezzi. Le tensioni geopolitiche fra Russia e Ucraina, però, sta peggiorando le cose. La corsa a comprare il gas potrebbe, anche in assenza di problemi reali di disponibilità, fare schizzare il costo di luce e gas alle stelle, con le relative, sgradite conseguenze sulla nostra quotidianità. Anche in tempo di pace internazionale, poi, i problemi strutturali rimangono. Dalla mancata diversificazione delle fonti, alla formazione del prezzo, dagli oneri in bolletta, ai sistemi di stoccaggio, che andrebbero perfezionati. Insomma, il lavoro è così vasto, che quasi non si sa da che parte iniziare. «Nell’economia italiana», spiega ancora Dario Costantini, «le pmi hanno un ruolo importante. Eppure sono quelle che pagano il prezzo dell’energia più alto in Europa, il 33,5% in più rispetto alla media europea. Non solo, ai piccoli imprenditori l’energia elettrica costa quattro volte in più rispetto a quanto paga la grande industria». L’attuale, difficile situazione internazionale, rischia di avere ripercussioni serie anche sui progetti del Pnrr, anche se l’impatto è ancora molto difficile da quantificare.

Il ministro dell’Economia, Daniele Franco, ha ammesso che c’è molta incertezza su fino a quando i costi dell’energia rimarranno elevati e a Palazzo Chigi, ormai da mesi, sono impegnati in un non facile slalom, fra interventi nel breve termine, che gli addetti ai lavori definiscono “toppe” alla situazione, a volte anche con effetti limitati o insufficienti e la creazione di un piano che, sul lungo termine cambi le cose in modo sostanziale. Un percorso a ostacoli, in cui spesso bisogna anche fare i conti con mentalità diverse, che inevitabilmente si trasformano in scontri fra tifoserie. La madre di tutti gli esempi è il tema dell’energia nucleare, adottata con successo in Francia e in altri Paesi europei, ma che in Italia continua a essere guardata fortemente con sospetto, o anche le proteste locali o di determinati gruppi ogni volta che si inaugura un cantiere per qualche infrastruttura considerata impattante sull’ambiente. Il risultato, almeno nel caso della Tap è stato la salvaguardia dell’ecosistema e l’inaugurazione di una nuova via di approvvigionamento senza la quale, in questa crisi energetica, la situazione sarebbe stata ancora più difficile.

Il primo input da seguire è uscire da logiche emergenziali ed entrare davvero nell’ordine di idee che bisogna lavorare per un futuro energetico più sostenibile dal punto di vista economico ed ecologico, anche perché questa potrebbe essere l’ultima grande occasione per farlo. Ma non solo. Spesso i piani di politica energetica non decollano come dovrebbero perché mancano le figure giuste al posto giusto. Tante idee sul tavolo, insomma, ma poca presenza manageriale coinvolta, come fa notare Stefano Cuzzilla, presidente di Federmanager: «C’è bisogno di un grande piano strutturale», spiega, «che guidi la transizione energetica delineata dal Pnrr con il pieno coinvolgimento dei manager. Su questo punto, noi proponiamo che le aziende ricevano dal governo un sostegno per avvalersi di professionisti per la sostenibilità ed energy manager, figure capaci di comprendere le dinamiche operative e attuare un percorso che sappia cogliere le opportunità di una gestione ottimizzata delle politiche energetiche aziendali. Le aziende che superano determinati consumi sono già obbligate a nominare al loro interno un energy manager, noi auspichiamo che la platea delle imprese interessate possa essere ampliata».

Il tempo è poco e bisogna agire in fretta, anche perché, il conto di questa crisi energetica, lo stanno pagando tutte quelle aziende “energivore”, che spesso rappresentano anche le eccellenze del Made in Italy. «Molto esposte a questa crisi e lo diciamo da manager», conclude Cuzzilla, «ci sono alcune imprese chiamate a guidare la ripresa nazionale. Alcune aziende si sono già fermate o hanno limitato la produzione allo stretto necessario. Ma come si può davvero ripartire se si è obbligati a lavorare a “scartamento ridotto”?».

* Articolo pubblicato su Business People di aprile 2022

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