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Apple rischia una multa miliardaria dalla Ue

L’Unione europea si starebbe preparando a infliggere una maximulta, si parla di miliardi di dollari, ad Apple, perché il regime fiscale agevolato di cui sta usufruendo in Irlanda sarebbe da considerare come un aiuto di stato illegale e, in quanto tale, un’infrazione al diritto antitrust vigente nella comunità. Questi, secondo le anticipazioni diffuse Financial Times, i risultati di un’indagine aperta dalla Ue e nota da un paio d’anni, che dovrebbero essere ufficializzati a breve.

150 MILIARDI DI DOLLARI CASH. Già nel corso delle audizioni di Tim Cook, chief executive del gruppo di Cupertino, al Congresso di Washington era emerso che il regime fiscale agevolato offerto dall’Irlanda ad Apple aveva limitato al 2% il prelievo fiscale sui suoi utili. Abbastanza per convincere il gruppo di Cupertino a spostare verso le proprie filiali irlandesi, alcune delle quali si sono rivelate delle semplici scatole vuote, una quota rilevante dei profitti realizzati nel resto del mondo. Anche grazie a questo, l’azienda della “mela morsicata” avrebbe accumulato un patrimonio di 150 miliardi di dollari cash collocati nelle proprie sedi estere e, praticamente, esentasse.

APPLE: NESSUN AIUTO DI STATO. “Non c’è mai stato un accordo speciale, niente che possa essere considerato aiuto di Stato”, ha dichiarato il chief financial officer di Apple, Luca Maestri, secondo cui Apple “non ha fatto nulla contro la legge. Siamo fiduciosi sul fatto che l’indagine mostri che non c’è stato alcun trattamento di favore in nessun momento”.



IL FENOMENO DELL’ELUSIONE FISCALE. La posizione dell’azienda va spiegata con il fatto che essa ha effettivamente operato nelle pieghe dei regolamenti fiscali vigenti nei diversi Paesi, che, come ormai è noto, hanno lasciato le porte aperte al fenomeno dell’elusione fiscale contro il quale si stanno attivando organismi come l’Ocse o il G-20. Tanto è vero che, a quanto si apprende, la Ue avrebbe aperto delle indagini anche nei confronti di Amazon, Fiat Finance and Trade e Starbucks. Al momento, però, non è dato sapere quale sia il loro stato di avanzamento.

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