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Sostenibilità

Spazzatura spaziale addio

Una presenza stabile dell’uomo nello spazio fa sorgere interrogativi su una logistica spaziale efficiente e sostenibile

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Sono passati quasi 40 anni dall’ultima missione di un equipaggio sulla Luna, ma l’idea di portare l’umanità a vivere nello spazio si fa sempre più concreta. Merito degli ingenti investimenti del settore pubblico e privato: basti pensare alla missione lunare già pianificata dalla Nasa per il 2024 o alla crescita degli investimenti privati nel settore spaziale, che hanno raggiunto i 5 miliardi di dollari.

Una presenza stabile dell’uomo nello spazio, l’avvento di costellazioni di satelliti e basi abitabili, fa sorgere tuttavia interrogativi su una logistica spaziale efficiente e sostenibile. Come verranno pianificate e gestite le supply chain? Come può essere arginata e invertita la tendenza all’accumulo di detriti spaziali in un ambiente, come l’orbita terrestre, che al momento presenta 128 milioni di detriti più piccoli di 1 cm e un milione più grandi di 1 cm? Esistono strade sostenibili per trasportare gli oggetti nello spazio?

A queste domande ha provato a rispondere un’azienda italiana, la D-Orbit, che in collaborazione con DHL Global Forwarding ha realizzato l’ION Satellite Carrier, il primo cargo di microsatelliti che guarda a un futuro “green” anche nello spazio. Questo dispender di microsatelliti è capace di effettuare complesse manovre orbitali, come il cambio di altezza e piano dell’orbita, e rilasciare un gruppo di satelliti con precisione nella posizione orbitale di destinazione, permettendo di risparmiare tempo e fino al 40% dei costi di dispiegamento delle nuove costellazioni, ottimizzando il ciclo vita dei satelliti stessi.