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Arte

Arte digitale: sostenibile e consapevole

Le nuove tecnologie prestate all’arte sono divenute strumenti abilitatori di cambiamento, ispirando anche il mondo della moda e del design. Così la creatività si è trasformata in una preziosa alleata per l’attivismo green e l’inclusione sociale

architecture-alternativo Mapping the NFT Revolution di Mauro Martino al Meet Digital Culture CenterCredits: © Luca Marenda

Se oggi sostenibilità è una parola che tutti mastichiamo, se oggi la cultura stessa della sustainability non è più relegata a materia per addetti ai lavori ma è argomento di conversazione, il merito è anche della comunicazione, della pubblicità, della moda, del design e, su tutti, dell’arte che ha sdoganato il tema anche grazie alle potenzialità del digitale. È innegabile che molti digital artistar di oggi siano sempre più ispirati dalle tematiche ambientali, ma non va dimenticato che l’idea di “arte sostenibile” non nasce adesso: già negli anni 60 e 70, in particolare negli Stati Uniti, molti artisti avevano trovato nella Land Art – espressione artistica che si realizza nell’intervento diretto sulla natura e sul paesaggio – un modo perfetto per sottolineare l’importanza dell’ambiente e per evitare scelte altamente impattanti di altre forme creative (la pittura inquina, la scultura provoca materiali di scarto). Gli “impacchettamenti” di Christo e di sua moglie Jeanne-Claude (come il celeberrimo avvenuto sul Lago d’Iseo, nel 2016) ne sono uno degli ultimi esempi, forse il più fulgido: la natura è talmente preziosa che l’arte non può che ammirarla, mettendola al sicuro e salvaguardandola.

Un concetto più ampio di sostenibilità

Tuttavia, siamo già in una nuova fase, come ci spiega Maria Grazia Mattei, storica dell’arte, pioniera dell’arte digitale e fondatrice del Meet Digital Culture Center, attenta ai cambiamenti culturali in corso. Oggi il concetto stesso di sostenibilità non è più legato solo all’ecologia e all’ambiente, ma anche alla giustizia sociale, alla non violenza, alla democrazia. L’arte sostenibile è diventata inspiring anche per la moda e per il design, sempre più attenti a utilizzare materiali di riciclo, a promuovere il riuso, a salvaguardare la natura e l’essere umano nelle sue diversità. Inclusione sociale e attivismo green hanno trovato un prezioso alleato nel mondo digitale che mai come oggi pare capace di comunicare in maniera chiara e diretta: «Le tecnologie possono essere strumenti abilitatori di cambiamento», spiega Mattei. «La scommessa di gran parte dell’arte digitale di oggi è quella di riuscire a promuovere una creatività consapevole. Ci sono diversi approcci per sensibilizzare il grande pubblico al tema della sostenibilità: lo si può fare a livello politico o a livello scientifico. Ma se vogliamo che le persone si sentano davvero coinvolte in prima persona, che non leggano di una catastrofe per poi subito dimenticarsene, dobbiamo attivare nuove forme di comunicazione, e in questo l’arte digitale è formidabile. Dalla sua ha una potente capacità narrativa e comunicativa perché lavora sul coinvolgimento diretto e sull’emozione».

Maria Grazia Matttei

SI TEME CIÒ CHE NON SI CONOSCE – Intervista a maria Grazia Mattei, fondatrice del Meet Digital Culture Center

Arte digitale: i migliori intepreti

I migliori interpreti? L’islandese Olafur Eliasson, da sempre attento alla questione dello scioglimento dei ghiacci (una sua mostra sè ora in corso al Castello di Rivoli, vicino a Torino, e una si è da poco conclusa a Palazzo Strozzi di Firenze) e il grande architetto, performer e artista argentino Tomas Saraceno, che da anni ragiona sul tema dell’Antropocene, studia la vita dei ragni e la complessità delle loro tele, brevetta nuovi materiali non inquinanti e ipotizza modalità di trasporto aereo a zero emissioni. Entrambi, come il turco Refik Anadol, che in molte opere in realtà virtuale ha messo in scena la caducità della natura, sono veri e propri campioni dell’arte digitale e maestri incontrastati del genere con le loro installazioni immersive. Non possiamo poi dimenticare il lavoro di Daan Roosengaarte, artista e designer olandese: ha progettato in questi ultimi anni interventi artistici “mangia-smog” nelle metropoli, fa dell’“arte della pulizia” il centro della sua ricerca, con studi sofisticati per ridurre l’inquinamento, incluso quello dello spazio, che lasciano a bocca aperta il pubblico. Secondo la Mattei, tutti questi artisti sono come dei novelli Leonardo da Vinci, perché hanno compreso quanto l’arte digitale, grazie alla sua potenza comunicativa e alla capacità di stupire, possa farsi portavoce delle urgenze del presente. La migliore arte digitale di oggi abbraccia la sostenibilità e ha una vera e propria funzione sociale.