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Cybersecurity: +38% di attacchi informatici

Il danno medio è di 2,5 milioni di dollari. Aumentano i budget in sicurezza informatica: +24% nel mondo, +66% in Italia

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Allarme Cybersecurity. Lo lancia PwC, in collaborazione con Cio e Cso, pubblicando la Global State of Information Security Survey 2016 che analizza il mondo degli attacchi informatici, in aumento per frequenza, gravità e impatto. Dai dati forniti da 10 mila Business Leader in 127 Paesi, di cui 500 italiani, emerge il picco del cybercrime con un +38% del numero di attacchi rilevati a livello mondiale (42,8 milioni lo scorso anno). Un’emergenza che porta a un aumento dei budget per la sicurezza pari al 24%. Spicca il dato italiano, dove l’incremento tocca addirittura il 66% per rimediare ai ritardi del passato.

PROPRIETA’ INTELLETTUALE. «Il danno medio per evento», spiega Fabio Merello, responsabile Cybersecurity in PwC Italia, «rimane sostanzialmente immutato assestandosi a 2,5 milioni di dollari (2,7 milioni di dollari lo scorso anno), mentre appare preoccupante il trend di crescita relativo alla rilevazione di furti di proprietà intellettuale, pari al 56% a livello mondiale e al 108% in Italia. Questo dato potrebbe in realtà nascondere una nota positiva, in quanto indice di una migliorata capacità di rilevazione».

ASSICURAZIONI. Tra le altre tendenze rilevate, si nota l’affermazione della carica di Ciso (Chief Information Security Officer) a riporto di Ceo, Cio, cda o Cto. Nel 45% dei casi (55% in Italia) anche il cda è coinvolto nella strategia di sicurezza complessiva. E’ sempre possibile che criminali particolarmente abili riescano comunque ad aggirare le difese. Per questo molte aziende (59% nel mondo, 67% in Italia) stanno iniziando a proteggersi con assicurazioni dedicate, al fine di mitigare gli impatti finanziari in caso di attacco informatico. Nonostante i pericoli, però, il 57% di chi ha risposto (il 60% in Italia) ha adottato sistemi di pagamento via mobile.

AUTORI. Rimane preoccupante come al primo posto tra gli autori di crimini informatici i dipendenti, sostanzialmente stabili al 34%, con un incremento significativo dei business partner, che salgono al 22% (+22%). Per quanto riguarda l’Italia sono prevalenti i dipendenti e business partner passati (rispettivamente 27% e 21%) mentre spicca ancora un 40% di mancata individuazione degli autori.

SOLUZIONI. Secondo il survey, il 69% (79% in Italia) di coloro che hanno risposto dicono di utilizzare servizi di sicurezza Cloud-Based per proteggere i dati sensibili e garantire privacy e protezione dei dati dei clienti. «Stiamo assistendo alla trasformazione di quanto una volta veniva percepito come molto rischioso in una possibile soluzione al problema», spiega Merello, responsabile Cybersecurity per PwC Italia. «Per esempio, molte aziende stanno adottando soluzioni in cloud di Advanced Authentication in luogo di soluzioni basate unicamente sull’utilizzo di una password».

IOT. Dato il crescente numero di dispositivi connessi a Internet, l’Internet of Things porterà inevitabilmente ad un incremento dei requisiti di sicurezza nell’ambito delle reti Cloud-Based. Gli investimenti destinati ad affrontare queste tematiche sono raddoppiati nel corso del 2015, ma solo il 36% (il 45% in Italia) delle persone che hanno risposto dispone di una strategia indirizzata specificatamente verso l’Internet of Things. «Non c’è una soluzione unica che vada bene per tutte le aziende. Si tratta di un processo di trasformazione continua, che si basa sul giusto mix di tecnologia, processi e, soprattutto, consapevolezza e capacità delle persone, volto a proteggere l’azienda e a creare valore aggiunto», aggiunge Merello, «In questo modo la cybersecurity può diventare un potente fattore abilitante e distintivo».

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© geralt