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Economia

A guidare la crescita delle esportazioni saranno gli Stati Uniti, seguiti da India e Cina

A GUIDARE LA CRESCITA DELLE ESPORTAZIONI SARANNO GLI STATI UNITI, SEGUITI DA INDIA E CINA

Rolex Oyster Perpetual GMT-Master II © Rolex/JVA Studios

Nonostante l’inflazione e gli sconvolgimenti geopolitici, la maggioranza (57%) dei dirigenti dell’industria orologiera svizzera intervistati per il Deloitte Swiss Watch Industry Study 2022 prevede un anno favorevole per il settore orologiero. Certo, va detto che si evidenzia un calo considerevole rispetto al sondaggio dell’anno scorso, in cui più di tre quarti (77%) dei dirigenti prevedeva prospettive rosee. Inoltre, quasi l’80% dei dirigenti del settore orologiero afferma che l’incertezza geopolitica causata dalla guerra in Ucraina e dalle tensioni tra Cina e Stati Uniti sta impattando in maniera negativa le prospettive aziendali.

In termini di crescita, la maggior parte dei dirigenti del settore ritiene che saranno gli Stati Uniti, Paese che già costituisce il mercato più importante per l’industria orologiera svizzera in termini di volumi di esportazione, il prossimo grande mercato di crescita, seguito da India e Cina. Le aspettative variano da Paese a Paese: per Hong Kong, ad esempio, si prevede che prosegua il calo o la stagnazione, mentre per la Cina solo il 57% ritiene che il mercato sarà a segno positivo, in netto contrasto con il Nord America, dove più di tre quarti (77%) prevede una crescita.

E-commerce in ascesa

Rispetto all’acquisto di un nuovo orologio, il 40% dei consumatori e il 45% degli intervistati sotto i 40 anni sono i più propensi ad acquistare online. Tuttavia, la maggioranza dei dirigenti del settore orologiero ritiene che i negozi tradizionali continueranno a essere la piattaforma di vendita più importante nel prossimo futuro.
In Italia i canali offline rimangono i preferiti dal 61% dei consumatori, a differenza dei paesi anglosassoni, asiatici e degli Emirati Arabi, dove l’uso dell’online per i propri acquisti è sempre più diffuso.

«Con due consumatori su cinque che preferiscono acquistare i loro orologi online, è fondamentale che i brand espandano i canali e-commerce e amplino la loro già ricca offerta offline per soddisfare le aspettative dei clienti», spiega Karine Szegedi, responsabile Consumer e Fashion & Luxury presso Deloitte Svizzera. «Secondo le nostre stime, la quota di orologi acquistati online è destinata a raddoppiare fino a raggiungere il 30% entro il 2030».

Orologi di manifattura: un investimento sicuro

Nel complesso, quasi un consumatore su quattro (23%) acquista orologi come investimento per poi rivenderli, con Singapore (33%), Hong Kong (32%) e Cina (29%) in testa alla classifica. Questo potrebbe anche spiegare perché i consumatori di alcuni mercati asiatici sono più disposti a spendere di più per gli orologi nuovi. In Cina, ad esempio, più di un terzo (35%) afferma che è disposto a spendere 5 mila franchi svizzeri o più per un nuovo orologio, mentre in Svizzera lo farebbe l’8% e in Francia solo il 2%.
I consumatori che acquistano un orologio come investimento intendono rivenderlo a un prezzo più alto (36%) o cercano di diversificare il proprio portafoglio di investimenti (33%). I consumatori cinesi sono particolarmente interessati a diversificare il proprio portafoglio (55%) con gli orologi.

Usato: un mercato in continua crescita

Con quasi un terzo dei clienti (31%) che prevede di acquistare un orologio usato nel prossimo anno e con le aziende che stanno creando i propri canali di vendita dell’usato, il segmento dell’usato sta crescendo. Gli orologi usati stanno diventando sempre più popolari, soprattutto tra i millennial e la generazione Z, con il 48% degli intervistati in queste fasce che afferma di essere interessato a questo tipo di orologio. Per la maggior parte degli intervistati, la possibilità di acquistare un orologio di lusso a un prezzo inferiore (44%), seguita dall’acquisto di un modello fuori produzione (29%), sono le ragioni principale che portano all’acquisto di un orologio usato. Inoltre, il 21% ha dichiarato che prenderebbe in considerazione l’acquisto di un orologio di seconda mano per motivi ambientali.
I dirigenti intervistati considerano il mercato secondario in modo ancora più positivo rispetto all’anno scorso. Oltre il 70% ritiene che il mercato dell’usato influenzi positivamente la percezione e il valore del marchio e apprezza l’impatto positivo che ha sulla notorietà e sulla visibilità dell’industria orologiera nel suo complesso.
«Il potenziale di crescita del mercato dell’usato è enorme», afferma Karine Szegedi. «Viste le tendenze attuali e i continui investimenti dei marchi in questo ambito, ci aspettiamo che l’attuale dimensione del mercato, pari a circa 20 miliardi di franchi svizzeri, continui a crescere in modo significativo nei prossimi anni. Raggiungerà probabilmente quasi 35 miliardi di franchi svizzeri entro la fine del decennio, rappresentando oltre la metà del mercato primario».

Sostenibilità: quanto conta per l’immagine del marchio?

Nel corso dell’ultimo quinquennio, per un quarto dei consumatori , con una percentuale ancora più alta tra i millennial (35%) e la generazione Z (33%), è diventato più importante possedere un orologio da polso. Considerato il maggiore interesse per gli orologi da parte dei più giovani, si potrebbe dedurre che il fattore sostenibilità stia assumendo maggiore importanza. Tuttavia, solo il 32% degli intervistati ritiene la sostenibilità più importante dell’immagine del marchio. La stessa percentuale di consumatori afferma che, se l’orologio piace, non se ne preoccupa, mentre uno su cinque (21%) dichiara che l’immagine del marchio è più importante della sostenibilità.
Ciononostante, vi è un consenso unanime nell’ambito orologiero sulla necessità di mettersi in gioco per creare un futuro più sostenibile e i marchi hanno compiuto molti passi in questa direzione. La maggior parte dei dirigenti del settore (64%) ritiene che l’approvvigionamento etico dei materiali e i diritti umani siano gli aspetti più importanti della sostenibilità, seguiti dal reporting, dalla compliance (21%) e dall’imballaggio (12%). «Sebbene l’industria orologiera svizzera sia tradizionale, è comunque una delle più innovative», spiega Karine Szegedi. «Questo spirito innovativo è stato fondamentale per trovare nuovi materiali più circolari e sostenibili e produrre un’impronta ambientale minore».