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Redditi: il 4% degli italiani dichiara oltre 70 mila euro l’anno

I dati sulle dichiarazioni dei redditi nel nostro Paese relative al 2020, primo anno di pandemia. La denuncia di Federmanager: “Pur considerando le difficoltà legate all’emergenza Covid, la situazione è surreale”

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Un reddito complessivo totale dichiarato pari a poco più di 865,1 miliardi di euro, in calo di ben 19,4 miliardi rispetto all’anno precedente, per un valore medio di 21.570 euro a persona (-1,1%). È il quadro generale sulle dichiarazioni dei redditi in Italia nel 2020 – primo anno della pandemia – offerto dal Ministero dell’Economia e delle Finanze. In base ai dati elaborati dal Mef, i redditi da lavoro dipendente e da pensione rappresentano circa l’84% del reddito complessivo dichiarato, nello specifico, il reddito da pensione costituisce il 31% del totale del reddito complessivo.

Analizzando i contribuenti per fasce di reddito complessivo si osserva che circa il 27% dei contribuenti si colloca nella classe fino a 15 mila euro; in quella tra i 15 mila e i 70 mila euro si posiziona circa il 70% dei contribuenti, mentre solo circa il 4% dei contribuenti dichiara più di 70 mila euro. Il reddito medio più elevato è quello da lavoro autonomo, pari a 52.980 euro, mentre il reddito medio dichiarato dagli imprenditori (titolari di ditte individuali) è pari a 19.900 euro. Nello specifico, si precisa dal Ministero, il reddito medio è pari a 38.090 euro per gli imprenditori in contabilità ordinaria e pari a 17.960 euro per gli imprenditori in contabilità semplificata. Il reddito medio dichiarato dai lavoratori dipendenti è pari a 20.720 euro, quello dei pensionati a 18.650 euro. Infine, il reddito medio da partecipazione in società di persone e assimilate risulta di 16.450 euro. (Il ministero dell’Economia e delle Finanze ricorda che la quasi totalità dei redditi da capitale è soggetta a tassazione sostitutiva e non rientra pertanto nelle dichiarazioni Irpef).

Tutti i principali redditi medi accusano flessioni più o meno marcate: dal -11% dei redditi d’impresa, al -10% di quelli da partecipazione, -8,6% da lavoro autonomo, mentre più contenuto è il calo per i redditi da lavoro dipendente (-1,6%); fa eccezione il reddito medio da pensione, in aumento del 2%.

Relativamente al numero di contribuenti, si registra un aumento del numero di pensionati (oltre 58 mila soggetti in più, +0,4%), effetto del meccanismo di “quota 100” (L. 26/2019) che ha anticipato temporaneamente il raggiungimento dei requisiti per il pensionamento. Diminuisce invece il numero di lavoratori dipendenti (circa 287 mila in meno); più in dettaglio, la flessione dei lavoratori a tempo indeterminato è dello 0,4%, mentre coloro che hanno contratti a tempo determinato diminuiscono del 3,8%.

Federmanager: “Situazione surreale”

Secondo il presidente di Federmanager, Stefano Cuzzilla, il fatto che solo il 4% dei contribuenti italiani dichiari più di 70 mila euro rappresenta “l’ennesima doccia fredda sulle prospettive di un’economia nazionale sostenibile, equa e moderna”. Pur considerando le difficoltà legate all’emergenza Covid, ha aggiunto Cuzzilla, “l’Italia si una situazione surreale, da Paese involuto. Siamo purtroppo costretti a ribadire, di anno in anno, il consueto refrain: in Italia sono troppo pochi quelli che pagano le tasse e chi paga, paga troppo. Quello dell’evasione fiscale e contributiva è un problema enorme, una parte rilevante del Paese vive a carico di qualcun altro. Sembrano i dati di una realtà in via di sviluppo, non di un Paese tra i primi 10 al mondo per ricchezza prodotta”, aggiunge il presidente dell’associazione che di rappresentanza dei manager. “Un malcostume che dialoga con l’illegalità, a scapito di chi, come i manager, continua lavorare e a pagare perché l’Italia intraprenda la via della ripresa e della crescita”.

Secondo Federmanager, per combattere l’evasione fiscale, “che ogni anno vale la metà dell’intero Pnrr, non serve ricorrere a espedienti fantasiosi, la soluzione è a portata di mano: a partire dal contrasto di interessi, avvantaggiare e non penalizzare, in termini di deduzione/detrazione fiscale, chi versa di più e pretende la fattura. I dati ci sono, basta semplicemente far colloquiare e utilizzare al meglio le banche dati per evitare i casi eclatanti che sono noti da anni”.

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Photo by jcomp