Connettiti con noi

Attualità

Pagamenti cashless: gli italiani continuano a preferire il contante

Nel 2017, in Italia, l’86% delle transazioni è avvenuto con denaro, contro una media europea del 74%. Di contro, i prelievi dagli Atm sono aumentati

architecture-alternativo

Alle soglie del 2020, gli italiani non si sono ancora abituati a pagare con carte di credito, bancomat, carte prepagate e sistemi di pagamento digitale e continuano a rimanere fedeli al contante. Secondo l’ultimo rapporto dell’Osservatorio community cashless society di The European House – Ambrosetti, infatti, l’Italia è il terzultimo Paese in Europa per l’utilizzo di pagamenti cashless. Del resto, nel 2017 siamo ricorsi a transazioni di questo tipo solo nel 14% dei casi: nella stragrande maggioranza delle situazioni, l’86%, abbiamo pagato i nostri acquisti con denaro. Numeri ben distanti dalla media europea, che fa registrare un rapporto del 26%/74%. Non dobbiamo stupirci, quindi, se invece nell’uso degli Atm siamo imbattibili: fra i cinque Stati europei definiti “big five” (Germania, Italia, Regno Unito, Francia e Spagna), il nostro è quello con la crescita più elevata nel ricorso agli sportelli. Dal 2006 al 2008, i prelievi in Italia sono aumentati dell’8,9%, passando da 97,6 alla cifra record di 193,6 miliardi di euro.

Senza pagamenti cashless il denaro contante aumenta

L’indagine effettuata da The European House – Ambrosetti su 85 economie rivela, poi, che in Italia continua ad aumentare il contante in circolazione: dal 2016 al 2017, è passato da 190,4 a 197,7 miliardi di euro, facendo segnare un rialzo del +3,8%. Il risultato è che il rapporto fra denaro contante e Prodotto interno lordo è fra i peggiori d’Europa: nel 2017 ha toccato il record storico dell’11,6%, contro una media Eu del 10,1%.