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Attualità

Linkontro 2022: occhio alla disuguaglianza

Tra motori del cambiamento e cigni neri, tra inflazione ed emergenze pandemiche e belliche, la 30esima edizione dell’evento targato NielsenIQ offre una panoramica della complessità della situazione economica. Utile non solo al largo consumo

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All’unisono sono demografia, economia, tecnologia i motori del cambiamento. Così come sono pandemia e guerra i due cigni neri che stanno minando le certezze di governi, aziende e consumatori. Le conseguenze sono crescita delle bollette energetiche e inflazione, fenomeni che spingono gran parte degli italiani a mettere in atto strategie di autodifesa per compensare l’erosione dei salari, agendo sul mix del carrello della spesa. Il quadro che viene fuori dall’analisi di NielsenIQ, indica che cresce il divario della disuguaglianza tra le famiglie italiane. Se nel febbraio 2022 la categoria dei “fragili” (strugglers) – che vive nell’insicurezza finanziaria – pesava per il 10% a maggio quasi raddoppia e sale a quota 17%. Si contrae la categoria dei “convalescenti” (rebounders) – che ha recuperato potere d’acquisto – dal 14% al 9% mentre è abbastanza stabile quella dei “cauti” (cautious) – che pur non avendo subito impatti restano prudenti – dal 52% al 54%. Gli “stabili” (unchanged) – che non hanno affrontato insicurezza finanziaria e hanno mantenuto invariate le abitudini di acquisto – perdono 2 punti percentuali passando dal 18% al 16% e ben 3 punti gli “antifragili” (thrivers) – che hanno risparmiato denaro ed ora si sentono più sicuri – scendendo dal 7% al 4%. Questi target nelle loro differenze devono comunque essere ingaggiati da produttori e distributori adottando, secondo NielsenIQ diverse strategie. Oggi il discount pesa per il 20% del mercato, con il 96% degli italiani che è intenzionato a rivedere le proprie di spesa, il che fa prevedere un ulteriore ampliamento del processo di polarizzazione. Infatti, oggi anche le famiglie patrimonialmente stabili stanno vedendo minate le proprie certezze e le loro sicurezze, e in pochi mesi si sono persi 20 punti di fiducia.

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Non a caso, a più riprese l’amministratore delegato di NielsenIQ, Luca De Nard, sottolinea come gli italiani stiano conformando il loro carrello della spesa alla luce delle incertezze che dominano l’attualità: «Cambiano i punti vendita di riferimento, seguendo la convenienza e intercettando con attenzione le promozioni.I “fragili” sebbene sicuramente sensibili al prezzo basso, vogliono anche gratificazione e quindi vanno coccolati, aiutandoli con le promozioni a mettere nel carrello prodotti che non si potrebbero permettere, mentre per gli “stabili” la parola d’ordine è premiare. Fare la spesa deve essere un’esperienza gratificante, differenziando il punto vendita, il layout, inserendo servizi accessori».Gli analisti di NielsenIQ non a caso hanno contato fino a una media di sette insegne di riferimento compreso l’online: il dato rilevato segnala che nell’ultimo anno le famiglie italiane che hanno acquistato prodotti del largo consumo online sono state 10,8 milioni, metà dei quali ha un’eta superiore a 50 anni, il cui scontrino vale due volte e mezzo il valore di quanto spendono offline. Scelgono il canale online per la sua comodità e risparmio di tempo.

Per quanto riguarda invece le imprese, continua De Nard, «notiamo come quelle più grandi stiano resistendo meglio di quelle di piccola e media dimensione, il peso del maggiorato costo dell’energia si fa sentire e si farà sentire sempre di più, così come le difficoltà a reperire personale. Per esempio, mancano autisti per trasportare le merci… Le aziende saranno costrette a tagliare ma la nostra raccomandazione è di non intervenire – come si è tentati fare di solito – sulla comunicazione: paradossalmente oggi i consumatori hanno invece bisogno di una comunicazione più puntuale e accurata, e le aziende devono avere la capacità di raccontare la propria storia».

Impossibile quindi prevedere un futuro che pone più domande che risposte. Ma esistono delle variabili che potrebbero influenzare in una direzione o nell’altra l’andamento dell’economia del Paese e delle famiglie. Come l’impatto dell’(im)migrazione nel breve periodo e altri fattori collaterali che potrebbero modificare lo scenario demografico. Vedi la migrazione interna provocata dallo smart working; il ritorno di quasi un milione e mezzo di persone giovani e qualificate per effetto del Pnrr e delle attività di defiscalizzazione; la nuova immigrazione conseguente alla guerra in Ucraina della quale bisognerà capire se si tratterà di un elemento strutturale o congiunturale. Tutte incognite che, insieme alle altre, andranno sciolte nei mesi a venire.

Credits Images:

Luca De Nard, amministratore delegato di NielsenIQ