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Starbucks: Schultz è prossimo all’addio. E dopo?

Il fondatore dell’azienda supervisionerà l’apertura di Milano, prevista per settembre. Poi potrebbe ambire correre per la presidenza degli Stati Uniti

Dopo quasi 40 anni, Howard Schultz ha deciso di dare una svolta alla sua carriera professionale e lasciare il timone di Starbucks. Il suo percorso è iniziato nel lontano 1981 ed è stato davvero strepitoso. Dopo l’apertura del primo negozio dentro il Pike Place Market a Seattle (Stato di Washington), l’imprenditore non si è più fermato: sotto la sua guida, la società è approdata in Borsa (nel 1992) e ha aperto 28 mila punti vendita in ben 77 nazioni del mondo e ora è prossima allo sbarco in un Paese dal forte potere simbolico per chi vende caffè, l’Italia. «Ho deciso di costruire la compagnia nella quale mio padre, operaio e veterano della II guerra mondiale, non ha mai avuto l’occasione di lavorare» ha ricordato Schultz.

Dopo l’addio a Starbucks, Schultz debutterà in politica?

Howard Schultz lascia Starbucks in un momento favorevolissimo. La società è appena stata inserita, per le 16° volta consecutiva, nella lista delle aziende più ammirate del mondo (con la quinta posizione). Inoltre, il titolo vanta un apprezzamento complessivo del 21.000%. Dopo il ritiro di Schultz, il ruolo di presidente esecutivo e membro del Cda di Starbucks passerà a Myron E. “Mike” Ullman, con Mellody Hobson nel ruolo di vice. L’incarico di Ceo era già passato a Kevin Johnson lo scorso anno. Il 64enne fondatore dell’impero comunque supervisionerà l’apertura a Milano, prevista il 6 settembre prossimo, della Starbucks Reserve Roastery, il marchio di alta gamma del gruppo. E poi? «Voglio pensare a una gamma di opzioni, che potrebbe includere il servizio pubblico. Ma sono ancora lontano dal prendere una decisione» ha risposto l’imprenditore, che secondo alcuni potrebbe prendere parte alla corsa per la presidenza degli Stati Uniti nel 2020.

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© Bryan Steffy/Getty Images for Animal Rescue Foundation