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La sostenibilità conviene: intervista a Marco Santucci di Jaguar Land Rover

Se i marchi del gruppo automobilistico richiamano più di ogni altro l’old british style, in verità la Casa britannica è tra le più avanti nella strada verso l’elettrico e raggiungerà i target Ue con ben dieci anni di anticipo. Ne abbiamo parlato con il suo presidente e a.d. per l’Italia

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L’obiettivo è decisamente ambizioso: ridefinire i parametri del lusso a quattro ruote con un design innovativo e, soprattutto, affermando nuovi standard in materia di impatto ambientale restando nello stesso tempo legati ai valori storici dei marchi del Gruppo. E se il Gruppo in questione riunisce sotto la sua bandiera Jaguar, Land Rover e Range Rover l’impresa richiede coraggio. Una dote che certo non manca a Marco Santucci, dallo scorso primo gennaio al timone della filiale italiana con la doppia carica di presidente e amministratore delegato. Un passato fatto di esperienze maturate, tra l’altro, in Ford Italia e Toyota Europa, Santucci ci aiuta a capire come un tris di marchi che molti identificano ancora con l’old british style affronta le sfide della terza decade del terzo millennio.

Il mondo europeo dell’auto si è ormai indirizzato sulla strada dell’elettrificazione. Quali sono i vostri obiettivi?Per prima cosa vogliamo sensibilizzare il cliente a una scelta che sia funzionale alle sue esigenze di guida. Non credo che la maggior parte delle persone abbia realmente bisogno di una vettura diesel o a benzina.

Auto elettrica, ibrida plug-in, ibrida: i consumatori hanno capito bene le differenze tra la mobilità sostenibile e gli obiettivi della transizione ecologica?Voglio essere pragmatico: motivazioni ambientaliste a parte, la gente sta cominciando a capire che con l’ibrido e con l’elettrico più chilometri fai più risparmi e, per esempio, riesci ad abbattere il costo di una colonnina privata da piazzare nel box in pochi mesi. E anche la differenza di prezzo con un’analoga auto tradizionale si ammortizza rapidamente. Senza contare che nei prossimi anni le vetture elettriche usate si venderanno molto meglio di quelle a benzina o diesel.

Questa intervista è tratta da “E-Mobility 2022 – A ciascuno la sua” , inserto di Business People dedicato alla mobilità sostenibile. Puoi leggere l’intero inserto sul numero di ottobre, disponibile in edicola e in versione digitale

Però è anche vero che fino all’altro ieri prezzo medio di un kilowatt era un decimo di quanto costa ora, con le bollette che schizzano alle stelle… C’è una soglia oltre la quale i derivati dal petrolio possono tornare competitivi, naturalmente solo sotto il profilo economico?La prima considerazione da fare consiste nel fatto che non sono soltanto l’elettricità e il gas a costare di più, e per capirlo basta guardare i prezzi alla pompa dei carburanti. In ogni caso il futuro andrà a batterie, non ci sono obiezioni che tengano. Voglio dire, in sostanza, che chi compra oggi un’ibrida plug-in o, meglio ancora, un’elettrica dura e pura fa un investimento.

Il motore diesel è davvero kaputt?Non ho una sfera di cristallo in cui leggere il futuro del gasolio, però ho ben chiaro il concetto di efficienza. Un motore diesel sfrutta il 40% dell’energia che consuma per fare andare la macchina e butta via il restante 60% e nei propulsori a benzina il rapporto è addirittura del 30-70%. Nelle auto elettriche, invece, lo spreco è contenuto tra il 10 e il 20%. Andare a Watt, quindi, conviene indipendentemente da ogni considerazione sulla transizione ecologica. Quindi, in estrema sintesi, se i motori termici siano o no kaputt lo dirà il mercato, ma sicuramente il loro futuro non è roseo.

Reimagine è la vostra linea guida. Una strategia sviluppata con piani d’investimento molto ingenti, circa 3 miliardi di euro all’anno, puntati su tecnologie per l’elettrificazione e lo sviluppo di servizi connessi. Quanto è importante per il Gruppo JLR?Con Reimagine abbiamo iniziato un percorso che porterà il Gruppo a una svolta epocale. Un viaggio distintivo, con un impatto sostenibile ed etico, che consentirà a Jaguar di essere un marchio del lusso elettrico dal 2025, dieci anni in anticipo rispetto alle disposizioni Ue e di lanciare nel 2024 sei varianti elettrificate. Una strategia che non si ferma al lancio di nuovi modelli ma che consentirà di raggiungere altri obiettivi: entro il 2030 ridurremo le emissioni di gas serra del 46% in tutte le nostre attività e del 54% nelle varie catene di valore.

In base dell’attuale legislazione Ue, quando immaginate che i veicoli elettrici possano costituire il 30% del mercato automobilistico?Ci sono molte previsioni diverse, chi parla del 2050, chi del 2035, ma una cosa è certa: a un certo punto la transizione verso l’elettrico avrà un’accelerazione esponenziale e a mio avviso ciò accadrà intorno al 2030. Noi in alcuni Paesi europei come Olanda e Germania siamo già a quota 15%.

Che cosa succederà al personale impiegato nella filiera endotermica?Si prevede che 70 mila persone che lavorano nell’automotive perderanno il posto, ma mi convincono gli studi che affermano che le nuove opportunità di occupazione saranno almeno tre volte tanto. Inutile dire che chi vorrà operare nel nuovo mondo dell’automobile dovrà essere riqualificato.

Mancanza di materie prime, ritardo sulle tecnologie e sulle gigafactory rispetto alla Cina. Davvero per un certo numero di anni l’Europa dell’auto rischia di essere colonizzata dal colosso asiatico?È indubbio che i cinesi siano partiti prima degli europei per una serie di motivi. Ma adesso che abbiamo ben chiaro l’obiettivo possiamo far scendere in campo tutta la nostra creatività e la capacità di ricerca tecnologica. Quindi no, non verremo colonizzati, anzi…

L’unione fa la forza, si dice. Come si sta muovendo JLR nella ricerca di partner nel nuovo mondo della mobilità elettrica?Stiamo valutando diversi tipi di alleanze, per esempio con un produttore di energia per poterla erogare al maggior numero possibile di utenti e, perché no, avere anche un ritorno economico. Ma dobbiamo anche convertire professionalità da un mondo a un altro, quindi abbiamo stretto un accordo con una start up per supportare le persone che lavorano con noi nel traghettare la loro mentalità e le loro competenze verso quello che sarà il futuro. Poi c’è il discorso della riconversione delle batterie che potrà innescare un’economia circolare oggi quasi inedita.

La ricarica alle colonnine si paga con la credit card, ma non sempre è semplice e veloce. Oggi ci sono tanti altri sistemi di pagamento, dall’app al telefonino. State chiedendo a vostri fornitori di adeguarsi?Da soli non abbiamo le spalle tanto larghe per poter incidere sulle dinamiche legate alla ricarica delle vetture elettriche, ma comunque chiediamo a tutti i nostri partner di offrire servizi come, per esempio, la gestione dei rifornimenti con un’app che eviti il ricorso alla carta di credito e, per esempio, consenta di prenotare una colonnina e, soprattutto, di verificare che sia realmente disponibile e non, come accade spesso, fuori servizio. In ogni caso credo poco nelle ricariche pubbliche e penso che tutti dovrebbero poter fare il pieno nel proprio garage o sul posto di lavoro.

Il 2021 per Jaguar Land Rover Italia è stato un anno positivo. Si può fare una stima di come finirà il 2022, punteggiato da eventi drammatici come la guerra in Ucraina e il ritorno del Covid?Incrociando le dita, prevediamo una crescita rispetto all’anno scorso del 10%. Ma non posso negare che la situazione è particolarmente complessa: abbiamo tanti clienti che aspettano le loro vetture e dobbiamo contemporaneamente fare i conti con la mancanza di materiali e componenti indispensabili per la produzione. Insomma: mantenere in equilibrio la soddisfazione di chi sceglie una nostra auto, il fatturato e i profitti non è facile.

Il lancio di nuovi modelli, a cominciare dalle nuove Range, ha contribuito a mantenere le quote di mercato?Per rispondere a questa domanda devo fare una premessa: i motivi per avvicinarsi a Jaguar sono molto diversi da quelli che avvicinano a Land e Range Rover, perché queste ultime sono da sempre leader nel mercato delle off-road di lusso e consentono di andare ovunque e di farlo con classe. Il marchio del Giaguaro, invece, si rivolge a chi vuole coniugare lusso e sportività. Ciò non toglie che i due mondi possano essere anche contigui: le Jaguar oggi, soprattutto le Suv, sono ammiraglie a ruote alte ideali anche per chi ha una casa in campagna o in montagna.

Dottor Santucci, ha mai pensato a cosa dovrebbe fare il nuovo Governo per l’automotive in Italia e in Europa con i 19 miliardi di euro del Pnrr?Mi sono fatto spesso questa domanda pensando che gli italiani convivono con un parco auto vetusto, 40 milioni di veicoli, la metà ultra-maggiorenni che inquinano moltissimo. E la risposta che mi sono dato è che il nuovo Governo dovrebbe avere un approccio completamente visionario e laico verso l’importantissima sfida di modernizzazione e di mobilità sostenibile che ci aspetta. La ricetta? Partire da un foglio bianco e immaginare come saranno l’Italia e l’Europa tra 10-20 anni in modo da costruire per il nostro Paese un futuro da protagonista.

Credits Images:

Prima di approdare in Jaguar Land Rover nel 2010, Marco Santucci ha avuto un’esperienza internazionale in Toyota Motor Europe, dove è entrato nel 2003 come marketing manager per le auto ibride, i Suv e le vetture sportive. In precedenza, aveva lavorato in Ford