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Guggenheim di Bilbao: auto in mostra

L’esposizione Motion. Autos, Art, Architecture mette in luce la dimensione artistica delle quattro ruote, affiancandola a pittura, architettura, fotografia, cinema e molto altro

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C’è sempre un buon motivo per visitare lo straordinario Museo Guggenheim di Bilbao, nei Paesi Baschi, ma questa volta la mostra che copre tutta la stagione estiva della celebre istituzione è una di quelle che mette d’accordo tutti. Motion. Autos, Art, Architecture (fino al 18 settembre), patrocinata da Iberdrola e Volkswagen Group, mette in luce la dimensione artistica dell’automobile, vincolandola agli ambiti paralleli della pittura, della scultura, dell’architettura, della fotografia e del cinema. Un’idea originale, mai vista prima in un museo di tale levatura.

Viene mostrato, ad esempio, come l’uso delle gallerie del vento abbia contribuito a dotare l’automobile di una forma aerodinamica, perché possa correre più velocemente utilizzando l’energia con maggiore economia. Si spiega come la rivoluzione aerodinamica trovi eco nelle opere del movimento futurista (vedi alla voce Umberto Boccioni, il più geniale dei futuristi italiani) e come tutto ciò, alla fine, abbia inciso anche sul disegno industriale di ogni tipo di prodotto, dagli elettrodomestici alle locomotive. Sono state riunite per l’occasione circa 40 automobili, una selezione delle migliori auto di ogni tipo in quanto a bellezza, singolarità, sviluppo tecnico e visione di futuro. L’effetto è sorprendente: collocate al centro delle sale, sono circondate da importanti opere d’arte e di architettura.

La mostra – va detto – è enorme: si snoda in ciascuna delle sette gallerie del museo (uno dei più instagrammabili di sempre, grazie alla geniale architettura ideata dall’americano Frank O. Gehry) secondo un ordine quasi cronologico che parte dagli inizi, continua con le sale intitolate Sculptures, Popularising, Sporting, Visionaries e Americana, e si conclude con ciò che il futuro della mobilità ci può riservare. Quest’ultima sezione presenta i lavori di una giovane generazione di studenti di 16 scuole di design e architettura di quattro continenti, invitati dalla Norman Foster Foundation a immaginare come sarà la mobilità alla fine del presente secolo, in coincidenza con il momento in cui si compirà il bicentenario della nascita dell’automobile.

La sala più suggestiva per noi è quelle dedicata alle sculture dove, partendo dal principio degli anni 50 enunciato da Arthur Drexler, lo storico direttore del MoMa di New York, che descriveva le automobili come «sculture vuote con ruote», si accostano a capolavori quali Figura distesa di Henry Moore, definita dalle sue dolci curve, e il colossale mobile di Alexander Calder 31 gennaio, caratterizzato dal suo movimento incessante e fluido, automobili pazzesche come la Bugatti Tipo 57SC Atlantic, la Hispano-Suiza H6B Dubonnet Xenia, la Pegaso Z-102 Cúpula e la Bentley Serie R Continental. Mostra irripetibile, da non perdere.

Credits Images:

In mostra al Guggenheim anche la Dymaxion #4 (in alto), ricreata nel 2010 sulla base del prototipo del 1933-34, e la Bugatti Type 57SC Atlantic del 1936 © Norman Foster Foundation