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Lifestyle

Golf Club Des Iles Borromées: poche gare, ma buone

Organizzare meno gare, per aumentarne la qualità e lasciare più spazio a soci e turisti. È la ricetta del successo del presidente Gianluca Parenti. La nostra intervista

Com’è andato il 2015 e come vi preparate per entrare nel vivo di questa stagione?Quello passato è stato un anno di leggera ripresa anche sul lato dei soci, tornati a crescere dopo che le promozioni di alcuni circoli, molto aggressive, avevano generato qualche effetto negativo. Negli anni, però, non ci sono stati abbandoni dovuti a insoddisfazione verso il club. Tra gli indicatori positivi c’è l’aumento delle entrate legate alle gare, soprattutto se analizzato alla luce della nostra decisione di ridurne il numero privilegiando la qualità degli eventi. Una scelta che grazie alla nostra Race to Dubai – che porta il vincitore a giocare là dove si conclude il Tour europeo – o il Trofeo Hole in One (con in premio un orologio di gran pregio per la buca in un colpo alla nostra 18, ancora non assegnato) ha visto una partecipazione più intensa agli eventi agonistici con un beneficio anche economico. Il 2016 nasce con buone basi e puntiamo a confermare i risultati.

Qual è la strada per aumentare gli appassionati?Abbiamo in atto alcune iniziative per favorire l’associazione con condizioni speciali, ma solo per il primo anno di iscrizione per favorire l’avvicinamento al golf: non crediamo ad azioni che, in realtà, creano solo spostamenti tra un club e l’altro. Il calendario gare meno intenso è anche collegato alla scelta di creare spazio per i nostri ospiti “turisti” che, potendo giocare in orari “corretti”, possono ritenere molto più piacevole l’idea di una visita al nostro circolo. In generale, le entrate si distribuiscono in un 50-50 tra quote associative da un lato e green fee/gare dall’altro. L’aumento legato alle competizioni ha portato un significativo +5-6%.

Quanto peserà sul movimento l’organizzazione della Ryder Cup in Italia?È certamente un’opportunità da cogliere. Il concetto, spesso richiamato ma che stenta ad affermarsi, di “fare sistema” vuol dire sviluppare azioni che favoriscano l’aumento della base di giocatori in casa e, al contempo, accrescano l’attenzione verso i nostri splendidi percorsi dall’estero. Sarà necessaria una cabina di regia, ruolo che potrebbe essere svolto dalla Federazione con programmi integrati e accordi tra le varie componenti logistiche, di accoglienza e di ristorazione nonché culturali. Basta pensare a quello che lungo tutta la Penisola (facilmente percorribile in treno o aereo), potrebbe configurarsi come viaggio attraverso le sue tante eccellenze non solo golfistiche.

Più in generale, come si può sviluppare il golf in Italia?Il tema centrale è far crescere la base e in questo un target primario sono i giovani: non solo quelli con ambizioni di professionismo, ma anche chi si avvicina per divertirsi. I programmi devono puntare a rendere il golf più accessibile e non solo dal punto di vista economico. Il tempo e la difficoltà stessa del gioco in molti casi sono un freno: prima di arrivare a divertirsi su 18 buche, ci può essere una via più semplice fatta di gare di 9 buche e di hcp più giocabili (ma il nuovo limite di 54 aiuta). In questo, la Federazione potrebbe svolgere un ruolo centrale, per esempio con programmi che premino quei circoli che riuscissero in misura evidente a sviluppare la base. Su un altro versante, guardando alle scelte di posizionamento dei circoli, una strada percorribile dovrebbe essere quella della segmentazione per offerta e costi: club esclusivi, altri con un approccio più aperto e infine quelli tipicamente pay and play.

Perché consiglierebbe una visita al suo club?Per la bellezza del percorso e del contesto in cui è incastonato, il clima molto gradevole (anche nei momenti più caldi grazie all’altitudine di 600 metri sulle alture di Stresa sopra il Lago Maggiore) e la posizione molto favorevole: non solo siamo vicini a Milano – e all’aeroporto di Malpensa – ma anche nelle immediate vicinanze dell’uscita dell’autostrada. E ovviamente per l’accoglienza e il pricing molto competitivo dei servizi