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Lavoro

Smart working, tanti pro ma anche qualche contro

Nel 2022 il 65% della forza lavoro europea sarà composta da mobile worker. I vantaggi saranno molti, ma non mancheranno gli ostacoli

In futuro il lavoro sarà sempre più agile. Addirittura, stando a una ricerca di International Data Corporation, una delle principali aziende di ricerche di mercato del mondo, fra tre anni circa il 65% della forza lavoro europea sarà composta da mobile worker. Una rivoluzione che non risparmierà nemmeno l’Italia: anche se oggi sono ancora poche le aziende che si sono convertite allo smart working, entro il 2022 saranno molte di più. Con quali conseguenze sui lavoratori? I vantaggi sono indiscutibili, ma non mancano nemmeno i contro. Lavorare da casa o da qualsiasi altro luogo che non sia l’ufficio, senza vincoli orari e con un’organizzazione per obiettivi, aiuta sicuramente a sentirsi più sereni e ad affrontare con maggiore tranquillità sia la propria attività professionale sia la propria vita privata. Questa modalità di lavoro agile e flessibile, infatti, permette di schedulare la propria agenda sulla base di tutti gli impegni e di tutte le necessità quotidiane, quindi, per esempio non impedisce di andare a prendere il figlio all’uscita da scuola o di andare in palestra alle 10 del mattino. Inoltre, sedersi in una postazione scelta in maniera autonoma e non imposta da altri facilita la creatività, favorisce la concentrazione, migliora l’approccio con i propri compiti. Il fatto di non doversi spostare da casa consente di guadagnare tempo e protegge dallo stress generato dal traffico e dalle corse da un luogo all’altro. In questo modo, è più facile ritagliarsi degli spazi per dedicarsi ad attività piacevoli e rigeneranti.

Gli svantaggi dello smart working

Tuttavia, non è tutto oro quel che luccica. Perché la modalità smart working funzioni è indispensabile essere molto decisi e organizzati, altrimenti si rischia di sovrapporre continuamente vita privata e professionale e finire, per esempio, con il fare le lavatrici o il sistemare casa invece di portare avanti i progetti lavorativi, oppure con l’essere reperibili 24 ore su 24, non staccare mai e controllare le email di lavoro a letto. Ecco perché bisogna imparare a organizzare bene le proprie giornate, a darsi degli orari e dei limiti. In caso contrario, paradossalmente, si rischia di stressarsi più che andando in ufficio. Un altro ostacolo dello smart working è rappresentato dalle interferenze, anche involontarie, dei famigliari: lavorare da casa in orari in cui altri membri della famiglia sono a casa significa correre il rischio di venire interrotti in momenti clou. Per evitare spiacevoli conseguenze, è bene spiegare a priori ai propri “coinquilini” che le ore passate a casa sono comunque ore lavorative e che essere sotto lo stesso tetto non significa essere sempre disponibili e reperibili. Perché le cosi funzionino bisogna stabilire regole chiare e condivise, fissare un’ora di inizio e una di fine della giornata lavorativa, cercando di rispettarle, e ricavare uno spazio in casa, riservato esclusivamente al proprio lavoro, abbellendolo e personalizzandolo il più possibile. Infine, esattamente come se si fosse in ufficio, è consigliabile cercare di non lavorare in posizioni scomode, di procurarsi l’attrezzattura necessaria, compresa una sedia ergonomica, e di programmare piccole pause.