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Lavoro

Coworking café: un po’ per svago, un po’ per lavoro

Cresce il numero di locali che offrono servizi “a tempo”: wi-fi libero e supporto per lavorare fuori casa in un ambiente giovane e informale

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Un po’ per svago e un po’ per lavoro, al bar, ma anche in ufficio. Sono i nuovi locali “a tempo”, dove si paga una postazione invece del caffè, si spende per la connessione più che per la brioche. Sono nati a Milano sfruttando la deriva più glamour del fenomeno del coworking, quella che porta a preferire un luogo affollato e rumoroso a una postazione in affitto in un openspace. A utilizzarli sono i lavoratori “migranti”, 25-40enni che non hanno bisogno di silenzio per concentrarsi, ma solo di un piano illuminato, di una presa di corrente e, ovviamente, della connessione wi-fi: sono blogger, avvocati, professionisti in generale, ma anche manager in transito tra mille riunioni che all’estero si infilerebbero nel primo Starbucks a disposizione. Perché in fondo a casa si può sempre trovare qualcos’altro da fare: dalle pulizie alle commissioni fino alle tante tentazioni di ozio. Al bar, invece, è più facile focalizzarsi sul lavoro, a patto di riuscire a isolarsi dal brusio circostante mentre si digita affondati in una poltrona o seduti al bancone.

I nomi più in voga sono l’Open in viale Montenero, il Coffice di viale Caldara, l’Otto di via Paolo Sarpi e l’Upcycle, particolarmente amato dai ciclisti. Caffè e tè sono a libero utilizzo, alcuni offrono un piccolo buffet per far sorridere chi si ferma per una sosta tra un appuntamento e l’altro a chi invece ha scelto questi locali come sede fissa per il proprio lavoro. Tanto il prezzo non cambia: da Coffice, per esempio, la prima ora costa 4 euro, ogni mezzora successiva 1,5 euro.

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