Connettiti con noi

Media

Mediobanca: mercato tv italiano sempre più concentrato

Nel 2021 RAI è prima per fatturato. Netflix prima piattaforma per abbonati

architecture-alternativo

Secondo la nuova edizione del Report Media & Entertainment  dell’Area Studi Mediobanca, nel 2021 il settore radiotelevisivo italiano ha raggiunto un giro d’affari complessivo di € 8,5 miliardi (+4,6% sul 2020), un livello ancora inferiore agli 8,7 miliardi del 2019 (-2,6%). La ripresa non è stata omogenea tra i vari comparti: in maggior spolvero la radio con una crescita dell’11,2% (€ 0,6 mld nel 2021), seguita dalla TV in chiaro (+9,7%, a € 4,8 mld), mentre è proseguito il calo della TV a pagamento (-3,6% a € 3,1 mld). Si ridimensiona la Pay TV tradizionale (-14,9%), mentre cresce a doppia cifra lo streaming (+32,0%), tanto da consentire al comparto di aumentare il proprio peso specifico sui ricavi complessivi della TV a pagamento fino al 32,3% (incidenza più che doppia rispetto al 2019). Le piattaforme online continuano a espandersi arrivando a rappresentare l’11% del settore nel 2021. Rispetto al 2020, i ricavi pubblicitari sono cresciuti del 13,4%: +13,3% quelli della TV e +14,2% quelli della radio.

I protagonisti italiani

Il mercato italiano si conferma concentrato, con i primi tre operatori televisivi (Rai, Sky e Mediaset) che sviluppano oltre l’80% del giro d’affari complessivo. In termini di fatturato, Rai si attesta in prima posizione nel 2021 (€ 2,7 mld, +6,7% sul 2020), seguita da Sky (€ 2,5 mld, -10,4% sul 2020) e Mediaset (€ 2,0 mld, +11,7%). Prosegue la crescita esponenziale delle piattaforme online, grazie soprattutto a Netflix che può già contare su quasi 5 milioni di abbonati (+50% rispetto al 2019). Questi numeri consentono all’operatore S-Vod di sviluppare nel nostro Paese un giro d’affari stimato attorno ai € 550 milioni (+35% sul 2020 e +70% rispetto al 2019), con una proiezione verso i €600 milioni nel 2022.

Per l’intero 2022 si stima un calo del 4% dei ricavi complessivi dei principali operatori italiani del settore, in virtù dell’ulteriore contrazione della Pay TV tradizionale e del rallentamento della raccolta pubblicitaria (che dovrebbe chiudere l’anno con un -5%), sempre controbilanciati dalla crescita dello streaming.

mediobanca

Il mercato internazionale

Nei primi nove mesi del 2022 i ricavi delle principali società internazionali di Media & Entertainment sono cresciuti dell’8,2% rispetto allo stesso periodo del 2021. La performance di Netflix (+8,1%), è allineata alla media ma in forte rallentamento rispetto alla crescita durante la pandemia (+24,0% var. 2020/19 e +18,8% var. 2021/20). È proseguita l’espansione dei servizi streaming, i cui ricavi sono aumentati del 14,8% e valgono il 17% circa del giro d’affari complessivo. In crescita, seppur con dinamiche più contenute, anche gli incassi da produzione e distribuzione di contenuti (+4,1%, pari al 18,4% dei ricavi), nonché la raccolta pubblicitaria (+2,0%, pari al 19,8%). Gli abbonamenti alla Pay TV tradizionale sono invece diminuiti del 4,9% (19,7% del totale), confermando una modalità di accesso ai contenuti media sempre più on demand e frammentate. Per le principali società internazionali crescono gli utenti dei servizi in streaming (+18,6% tra il settembre 2022 e lo stesso mese del 2021). Walt Disney rappresenta il 1° player per numero di abbonati su scala globale grazie alle sue tre piattaforme (Disney+, Hulu e ESPN+) che insieme raggiungono quasi i 236 milioni, pari al 25,6% della fetta complessiva del mercato S-Vod (subscription video on demand). A livello di singola piattaforma, Netflix si conferma in prima posizione con 223 milioni di abbonati (pari al 24,3% del mercato), davanti a Prime Video (22,8%). Seguono a distanza la neocostituita Warner Bros. Discovery (10,3%, quasi 95 milioni di abbonati) e la Paramount Global (7,2%, oltre 66 milioni).

I grandi gruppi

Nel 2021 il giro d’affari aggregato dei 20 principali operatori internazionali privati ammontava a € 324,1 miliardi (+12,2% rispetto al 2020), per circa l’85% generato dai player a stelle e strisce, con sei di essi inclusi nella Top10 della classifica per fatturato guidata da Comcast. Il primo gruppo non statunitense è la francese Vivendi, settimo con ricavi a € 9,6 miliardi, mentre tra le altre europee la lussemburghese RTL Group si colloca in nona posizione (€ 6,6 mld), seguita da ProSiebenSat.1 (decima con € 4,5 mld). Il Gruppo MFE (15esimo, con € 2,9 mld) è salito, in più riprese, al 29,9% dei diritti di voto nel capitale del colosso tedesco, avvicinandosi alla soglia dell’Opa obbligatoria che porterebbe alla creazione di un importante gruppo paneuropeo nell’industria dell’intrattenimento e dei contenuti.
Nel triennio 2019-2021, i ricavi dei colossi privati del settore televisivo sono cresciuti in media dell’1,8%, con il continuo sviluppo delle piattaforme streaming che ha bilanciato il rallentamento delle TV tradizionali. In evidenzia ancora una volta la statunitense Netflix che segna un Cagrdel +21,4%, distanziando ampiamente Sony Pictures, in seconda posizione con un +10,6%; in territorio negativo cinque operatori, tre dei quali europei, con la statunitense Walt Disney che segna il maggiore calo (-7,7%).