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Generazione Z: meglio il salvadanaio della banca, poco feeling con l’online

Il rapporto con il denaro della iGen (i nati tra il ’95 e il 2010) nell’indagine di Feduf e DoxaKids, realizzata con American Express e PayPal. Educazione finanziaria poco diffusa tra i giovani

I soldi? Non crescono più sugli alberi, ma “escono dal muro” e la Rete consente di comprare qualsiasi oggetto in pochi click. Queste due affermazioni, che emergono dallo studio sui giovani e il rapporto con il denaro – sempre più smaterializzato, ubiquo e liquido – realizzato da Feduf e DoxaKids –, sono il simbolo di una nuova percezione del denaro diffusa tra i più giovani e completamente diversa da quella delle generazioni precedenti.

Giovani: solo uno su tre ha un conto in banca

La generazione Z, conosciuta anche come iGen, identifica i nati tra il 1995 e il 2010, è stata protagonista di molte trasformazioni di tipo sociale, culturale e tecnologico. In loro è nata una nuova relazione quotidiana con il denaro, che presenta molti aspetti positivi, ma anche alcune incognite. Motivo: i giovani si troveranno sempre più a gestire la moneta dematerializzata e dovranno sempre più saperne cogliere le opportunità e affrontarne i rischi. La ricerca, realizzata in collaborazione con American Express, a partire da un campione di oltre 500 ragazzi tra i 12 e i 18 anni, fotografa una generazione ipertecnologica ma, allo stesso tempo, ancora legatissima alle vecchie banconote. Si tratta di giovani risparmiatori? Anche. Ma al conto corrente la maggior parte di loro preferisce il più “materiale” salvadanaio: in Italia solo il 35% dei ragazzi è titolare di un conto bancario o postale, un livello ben inferiore al 56% della media Ocse.

Generazione Z tra paghetta e acquisti online

Stando ai dati DoxaKids, la maggior parte dei ragazzi ha del denaro a disposizione (87% del totale), principalmente proveniente da regali in occasioni del compleanno o delle festività (74%), in cambio di buoni risultati scolastici (51%) oppure, più in generale, se si comportano bene (33%). Circa la metà di loro (47%) ha poi una paghetta fissa, mentre il denaro come ricompensa per un lavoro è un concetto tramesso solo al 50% degli adolescenti intervistati. Altro capitolo interessante: gli acquisti online. Solo un ragazzo su tre li preferisce ai negozi fisici. E in molti, moltissimi, hanno dubbi circa la sicurezza dei pagamenti digitali. «Dalle domande volte a indagare percezione, atteggiamento e fiducia nelle banconote e nelle carte, emerge come in Italia non siano infrequenti i pregiudizi dei ragazzi circa l’utilizzo delle carte di credito», dichiara Cristina Liverani, Research Manager di Doxa. E specifica: «A trasmetterli sono i genitori».

Poca educazione finanziaria tra i più giovani

Nell’educazione finanziaria delle giovani generazioni prevale un approccio pratico e un’educazione cosiddetta “all’occorrenza”, che proviene per lo più dal dialogo con i genitori in caso di specifiche circostanze di acquisto (68%). Temi come il risparmio (31%), l’educazione agli acquisti online (30%) o la comprensione delle carte di credito (20%), sono affrontati da percentuali più ridotte del campione. L’esempio e il proprio comportamento rimangono, secondo i dati, il miglior criterio proposto dai genitori per alimentare l’educazione finanziaria (47%). «Se fino a qualche anno fa un teenager aveva una capacità finanziaria condizionata dagli adulti (tramite la paghetta o la remunerazione di piccoli lavori) e facilmente controllabile in quanto legata all’uso dei contanti, oggi la gestione elettronica del denaro tramite carte, app e altri sistemi innovativi di pagamento rende sicuramente i nostri figli più autonomi nell’utilizzo del loro denaro», commenta Giovanna Boggio Robutti, direttore generale della Fondazione per l’educazione finanziaria e il risparmio (Feduf), costituita dall’Abi.

Un volume per l’educazione finanziaria

Suggerire percorsi pratici e percorribili è un obiettivo prioritario da perseguire, a partire dai più piccoli, che si pone coinvolgendo attivamente genitori e insegnanti perché, come ogni forma di cultura, anche quella economica e finanziaria esprime le sue potenzialità se viene condivisa e praticata in famiglia e a scuola. Nella logica di aprire un confronto su queste tematiche DoxaKids e Feduf in collaborazione con PayPal si sono fatti promotori di una successiva attività di confronto e divulgazione delle riflessioni con esperti in materia di denaro ed educazione alla sua gestione. Le riflessioni e il punto di vista di ciascun esperto hanno portato alla realizzazione di un volume con la finalità di contribuire ad arricchire la riflessione proprio in termini di approccio culturale, con utilissimi stimoli inerenti anche la sfera pedagogica, sociologica e psicologica.