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Calo di redditività per il vino italiano: i costi salgono di 1,1 miliardi

L’analisi di Porsche Consulting in occasione del Vinitaly: efficienza energetica, aggregazione e digitale sono gli elementi chiave per il settore vitivinicolo italiano

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I rincari del prezzo dell’energia e delle materie prime rischiano di intaccare la redditività e competitività internazionale del mercato del vino italiano. È l’allarme lanciato da Porsche Consulting in occasione del Vinitaly, la nota fiera di Verona giunta alla sua 54esima edizione.

Rispetto al 2021, si sottolinea dalla società di consulenza aziendale, fra i fattori produttivi utilizzati nella coltivazione, fertilizzanti e concimi hanno visto crescere il livello del 32%, così come materiali quali vetro e sughero che hanno registrato un incremento attorno al 9%, e gli imballaggi tra il 24% e il 30%. La variazione complessiva dei costi di produzione del prodotto vino rispetto a un anno fa è del 10,5%, pari a circa 1,1 miliardi di euro. “È il momento di reagire rapidamente allo shock attivando programmi di efficienza strutturati”, afferma Giulio Busoni, Partner Porsche Consulting. “In questa direzione la collaborazione tra diverse cantine renderebbe possibile ottenere maggiori economie di scala negli acquisti e condividere gli investimenti per ottenere l’indipendenza energetica attraverso fonti rinnovabili, riducendo così l’esposizione alla volatilità dei prezzi di acquisto che si perpetuerà per tutto il 2022”.

In aggiunta alla salvaguardia della redditività è da considerare l’impatto della crisi sull’export che nel 2021 era cresciuto sino a 7 miliardi, registrando aumenti a doppia cifra per tutte le categorie di prodotto. Una diminuzione del Pil è infatti prevista in tutti i mercati di destinazione del vino italiano, tra cui Stati Uniti e Regno Unito i principali, così come un aumento dei prezzi al consumo di circa il 3,5% nella zona euro. “È necessario puntare su mercati in forte crescita come quello cinese che ha visto aumentare del 46% le vendite dell’agroalimentare italiano nel 2021”, continua il Partner di Porsche Consulting. “Quello cinese, però, un mercato in cui non è sufficiente il distributore locale, perché è caratterizzato da modelli di marketing e vendite unici e fortemente digitalizzati che necessitano di profonda integrazione culturale e di padronanza nelle piattaforme locali”.

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Photo by racool-studio