Salute nel mondo: l’Italia è solo 20esima

A penalizzarci, sarebbero il fumo, le morti per le catastrofi naturali e l’aria inquinata. Ma abbiamo anche un primato: il migliore servizio sanitario nazionale al mondo

Ventesima. È la posizione dell’Italia nella graduatoria mondiale stilata da Global Burden of Disease, lo studio pubblicato da Lancet e realizzato su proposta dell’Organizzazione mondiale della Sanità. La ricerca mira a fotografare lo stato di salute nel mondo, analizzando i progressi compiuti dai 188 Paesi in termini di raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile connessi alla salute. Periodo considerato: dal 1990 a oggi. All’indagine hanno collaborato 515 istituzioni in quasi 200 Paesi del mondo, sotto la coordinazione di Christopher Murray della Washington University a Seattle. Coinvolti, tra gli altri, anche l’università di Harvard, John Hopkins e l’Imperial College di Londra. In tutto sono stati presi in esame 33 indicatori.

ISLANDA LA PIÙ VIRTUOSA. Stando ai dati, il paese più virtuoso è l’Islanda, con un punteggio di 85 su 100. Seguono Singapore, Svezia, Andorra, Regno Unito, Finlandia, Spagna, Olanda, Canada e Australia. L’Italia dunque non rientra nella Top10: a penalizzarci sarebbero la cattiva qualità dell’aria, l’abuso di sigarette, l’elevato numero di infezioni Hiv e i morti legati ai disastri naturali. L’unico primato tutto italiano sarebbe il Servizio Sanitario Nazionale: il nostro, oltre a essere gratuito, non fa distinzioni tra ceti e posizioni economiche. Il punteggio italiano è 78 su 100, a pari merito con il Portogallo.

ALLARME SOVRAPPESO MINORI. Per quanto riguarda invece lo stato di salute generale, lo studio evidenzia i progressi fatti dal Pianeta: rispetto al 1990, muoiono meno bambini e neonati sotto i cinque anni e la stessa procreazione è più consapevole. Aumenta tra l’altro il numero di persone che decide di sottoscrivere un’assicurazione contro le malattie, sia essa governativa o privata. Lo studio però evidenzia che il problema del sovrappeso dei bambini è l’unico a non essere stato risolto da nessuno dei 188 Paesi.

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