Rallenta l’espansione del buco dell’ozono

Entro il 2050 il sottile strato che circonda la Terra dovrebbe ripristinarsi. Merito del Protocollo di Montreal, il miglior esempio di cooperazione globale sull’ambiente. Ma l’Italia dovrebbe fare di più

Solo l’impegno condiviso di oltre 190 nazioni poteva salvare il mondo e rimarginare una delle più grandi ferite del nostro pianeta. Si sta infatti riducendo il buco dell’ozono e, stando a calcoli scientifici, entro il 2050 dovrebbe “chiudersi” completamente. Farmaco così potente è stato il Protocollo di Monteal che 25 anni fa ha posto le basi per il raggiungimento di un risultato molto importante: ha infatti siglato l’impegno per la messa al bando dei gas che distruggono il sottile strato di ozono che protegge tutti gli esseri viventi dai raggi ultravioletti nocivi (in grado di causare tumori alla pelle e problemi agli occhi per gli uomini, danneggiare le piante e l’intera vita sul pianeta). Ad attestare questo successo è stata l’Organizzazione delle Nazioni Unite per lo sviluppo Iidustriale (Unido) che ha di recente presentato i risultati conseguiti negli anni dichiarando un trend in calo dell’inquinamento atmosferico a partire dal 1987 fino a oggi, lasso temporale che ha visto l’eliminazione globale del 98% delle sostanze che danneggiano l’ozono. Oltre ad aver portato ad una riduzione delle emissioni di gas serra cinque volte di più degli obiettivi stabiliti da Kyoto, il Protocollo firmato in Canada rimarrà nella storia per i cambiamenti radicali attuati nello stile di vita dei cittadini di tutto il mondo (basti pensare alla diffusione di spray a pressione manuale nei detergenti per la casa). Come ha però ben ricordato il segretario dell’Onu Ban Ki-moon, bisognerebbe “applicare lo stesso spirito alle altre sfide ambientali del nostro tempo” per riuscire davvero a “ottenere il futuro che vogliamo”. In particolare in Italia, maglia nera per la qualità dell’aria (secondo il rapporto Ue relativo al periodo 2001-2010) per aver sforato i limiti per il particolato, l’ozono e il monossido di carbonio, ma anche per il nickel e il benzene.

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