Il protocollo di Kyoto sopravvive, ma senza il contributo dei cosiddetti “grandi inquinatori”. Questo il risultato delle due settimane di negoziati (più di quanto previsto) tra i 194 Paesi che hanno preso parte alla 18esima Conferenza Onu sui cambiamenti climatici, tenutasi a Doha (Qatar), dal 25 novembre scorso. È stato, infatti, raggiunto un accordo per prolungare fino al 2020 la durata del famoso protocollo per l’ambiente, altrimenti destinato a “scadere” il 31 dicembre 2012, ma a prendere impegni per ridurre ulteriormente l’emissione di gas serra sono stati solo l’Unione europea e pochi altri. Complice anche la crisi economica, Usa, Canada, Giappone, Russia, Nuova Zelanda e Paesi emergenti come Cina (il primo stato per emissioni nocive), India, Brasile, Messico e Sudafrica, non hanno voluto sottoscrivere impegni immediati.
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