Il no profit guadagna in Borsa, all’esordio +22%

Vita, prima società del 'terzo settore’, si presenta come public company con una settantina di soci ai quali, come prevede lo statuto, non distribuirà dividendi. Fra gli azionisti anche Giovanni Bazoli (Mittel), Andrea Agnelli e Francesco Merloni

Esordio col botto in Piazza Affari per il no profit, o più precisamente, per Vita, prima società del ‘terzo settore’ a fare il suo ingresso in Borsa. Nel primo giorno di quotazione (mercato Aim dedicato alle piccole imprese) la società editoriale, che per statuto non distribuisce dividendi, ha chiuso con una crescita del 22,34% a 1,15 euro, contro un prezzo di collocamento di 0,94 euro. Il flottante è stato posto al 35% del capitale, ma salirà al 44% al termine dei vincoli di vendita).Vita ha scelto la Borsa “per dotarci di più mezzi, per provare a sviluppare tutti i progetti che abbiamo nel cassetto” ha spiegato il presidente Riccardo Bonacina preannunciando come prima iniziativa post-Ipo l’imminente grande rilancio del settimanale omonimo, che sarà seguito dallo sviluppo delle attività sul web e nella consulenza. Sono 70 i soci che compongono la realtà Vita: 41 ‘storici’ e 29 di nuovo ingresso che hanno aderito a un aumento di capitale per la quotazione da 2,5 milioni di euro. Tra i due principali azionisti la Fondazione Vita (che detiene il 15%) e Pia, Partecipazioni Interessenza Azionarie (al 14%) nelle quali sono riuniti i fondatori, soggetti legati da patti parasociali che ‘blindano’ quasi il 30% del capitale. Insieme a Fondazione Vita e Pia, altri cinque importanti soci detengono il 56% del capitale sociale: si tratta di Iccrea Holding (8%), MaIS (5%) di Isabella Seragnoli, Istituto Atesino di Sviluppo (4%), Consorzio Gino Mattarelli (6%). Anche gli eredi di Carlo Caracciolo, che in Vita, secondo l’amministratore delegato della società editrice Paolo Migliavacca fece il suo ultimo investimento, hanno il 4%, con Andrea Agnelli in entrata, come previsto, nel consiglio di amministrazione della neo quotata. Fra i numerosi azionisti, anche l’imprenditore Francesco Merloni.I rimanenti azionisti hanno partecipazioni inferiori al 3% (la soglia oltre la quale devono essere comunicate le partecipazioni rilevanti sull’Aim). Tra questi è presente anche Mittel di Giovanni Bazoli, e un veicolo legato alla fondazione Cariplo. Dopo l’aumento di capitale, che ha raccolto circa 2,5 milioni di euro, la società ha visto ridursi la percentuale del capitale sociale in mano a enti non profit al 38%.Il primo investimento di Vita, che ha una quarantina tra dipendenti e collaboratori fissi, sarà la totale rivisitazione del settimanale, il prodotto principale di un gruppo che controlla anche la società di consulenza Vita Consulting e Vitaweb, che gestisce i portali internet. Attualmente il settimanale, che dall’inizio di novembre avrà un aumento della foliazione e una divisione in tre ‘dorsi’ differenti, vende circa 30 mila copie, delle quali 20 mila in abbonamento. Per i primi quattro numeri del nuovo format è prevista una diffusione in edicola di oltre 100 mila copie.

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