Per una volta, dovremo sperare in una giornata nuvolosa. Perché il prossimo 20 marzo, come spiega ai microfoni di Radio3Scienza Antonio Carrano, responsabile del Centro nazionale di controllo di Terna (il gestore della rete elettrica nazionale), «una bellissima giornata soleggiata potrebbe costituire un problema». A sedici anni di distanza dall’ultima visita, l’eclissi solare sta infatti per tornare in occasione dell’equinozio di primavera, ma questa volta rischia di portare con sé qualcosa di più problematico del suo solito e suggestivo fascino:
«Il prossimo 20 marzo circa 35mila megawatt di energia solare, l’equivalente di quasi 80 centrali elettriche convenzionali di medie dimensioni, svaniranno gradualmente dal sistema elettrico, per poi essere gradualmente reintrodotti», si legge nel rapporto stilato dall’Entsoe, il network europeo dei gestori di sistemi di trasmissione elettrica.
L’APICE DELL’ECLISSI ALLE 10.30. Ma nel frattempo «gli europei e i loro uffici cominceranno un normale giorno feriale», dal momento che l’eclissi sarà visibile a partire dalle 9 del mattino (ora italiana) e toccherà il suo apice intorno alle 10.30, per concludersi definitivamente soltanto poco prima di mezzogiorno. Un normale giorno feriale, con un normale fabbisogno di energia elettrica, che però dovrà scontare l’assenza delle sue centrali più “green-friendly”; quelle fotovoltaiche, che nel 2002 pesavano solo lo 0,1% del totale e che oggi, grazie alle politiche e ai sussidi a sostegno delle rinnovabili, in Europa si attestano a quota 10,5% (in Italia siamo a quota 15%).
PROBLEMA ENERGETICO. «Queste due ore di buio improvviso – continua ancora Carrano – rischiano di mettere in crisi i nostri sistemi di distribuzione di energia elettrica. Il problema è rappresentato dalla rapidità con cui si verificherà il passaggio dal buio alla luce, quattro volte superiore rispetto al tramonto e alla normale alternanza giorno/notte». E dal momento che il sistema energetico del continente è fortemente interconnesso, basterà che si verifichi un problema in uno dei Paesi leader nella produzione (come ad esempio la Germania, che oggi pesa per circa la metà del totale) perché l’Europa si possa trovare al buio, almeno parzialmente. Il problema, assolutamente inedito, non giunge tuttavia inaspettato, e la contromossa è già stata studiata: si tratterà di mettere in gioco altre fonti di produzione con grande rapidità, in modo tale da «mantenere il sistema elettrico europeo in equilibrio». Quel che è certo è che, la mattina del 20 marzo, diminuire i propri consumi energetici potrebbe rivelarsi una scelta intelligente. Meglio aspettare la sera per fare il bucato.
© Riproduzione riservata