Centro Velico Caprera, più di una scuola di vela per adulti e bambini

Dopo aver formato generazioni di marinai, il Centro Velico Caprera si è aperto a una nuova rotta, portando al largo “allievi speciali”

«Nei suoi primi 50 anni di storia, il Centro Velico Caprera ha ricevuto tanto. È arrivato il momento di restituire all’uomo e all’ambiente». Quando pronuncia queste parole, la voce di Sergio Rao assume un tono quasi solenne. I suoi occhi iniziano a brillare, nella sua testa scorrono le immagini di quell’angolo di Paradiso nell’arcipelago de La Maddalena, in Sardegna, dove ha deciso di trasferirsi con la famiglia.

Un cambiamento radicale, una scelta in favore di un luogo «dove è possibile vivere esperienze totalizzanti». Con alle spalle una carriera di successo nel mondo della moda (è stato, tra le altre cose, vice presidente di Mandarina Duck), nel suo ruolo di Strategy Advisor dell’Executive Board del Cvc (che ricopre a titolo volontario) Rao spiega la nuova rotta intrapresa dalla scuola di vela, un’eccellenza del settore, fondata in un’ex base militare nel 1967 dalla Lega navale italiana – sezione di Milano e dal Touring Club Italiano. «Doppiata la boa dei primi 50 anni, puntiamo la prua verso il 2067, assumendo una nuova responsabilità nei confronti dell’uomo e dell’ambiente», è stato detto a fine marzo al Museo nazionale della Scienza e della Tecnologia di Milano, in occasione della presentazione del progetto di responsabilità etica, sociale e ambientale. Ed è qui che si nota lo “zampino” di Rao. Dopo aver formato 120 mila allievi con 2 mila istruttori e un centinaio di imbarcazioni, il Centro Velico ha deciso di «proiettarsi oltre la consolidata expertise formativa che ha dato vita a generazioni di velisti», spiega il manager, «per costruire un progetto in grado di offrire un’esperienza profonda e segnante per l’individuo.

Un modello peculiare, diverso da altre scuole di vela

Un’esperienza che, grazie anche all’unicità del contesto e alla primordiale bellezza dei luoghi, non è solo un percorso di formazione velica di alto livello, ma è anche una rara opportunità di riconnettersi con se stessi prima ancora che con la natura e l’uomo». Questo rende il Centro Velico diverso dalle altre scuole di vela. «L’unicità dell’esperienza risiede nel modello di vita peculiare all’interno di un “contesto sociale” profondamente differente», incalza Rao, «dove individui con diversa estrazione e background, si ritrovano sullo stesso piano nel condividere una passione e nel confrontarsi come equipaggio sulle difficoltà, ma anche sulla grande bellezza della navigazione, condividendo gli spazi fisici e temporali della loro vita. Il tutto in un contesto stimolante e di straordinaria bellezza. A Caprera siamo staccati dal sistema, scompare l’universo dell’apparenza, dei formalismi e degli stereotipi, e rimane solo quello dell’essere».

La nuova mission del Centro Velico Caprera

Il “modello Caprera” ha qualcosa di democratico, perché «il mare e la vela mettono le persone sullo stesso livello». Con la nuova mission il Cvc si pone l’obiettivo di offrire il modello Caprera a quelle persone alle quali tale opportunità è stata, fino a tempi recenti, preclusa. «Dal 2014 forniamo un supporto logistico e organizzativo all’associazione Acque Libere de La Maddalena, che si propone di rendere accessibile il mare a persone con vari livelli di disabilità», spiega Rao. Si tratta della prima e quantomai sentita collaborazione, che nasce insieme ad Antonello Tovo, istruttore del Centro Velico che, nel confrontarsi con le nuove limitazioni impostagli da una patologia degenerativa limitante, fonda e dirige Acque Libere, che fa opera di sensibilizzazione sull’accessibilità, organizza eventi, attività e regate per persone con ridotte capacità motorie.

Il progetto Wow (Wheels on Waves)

Questa partnership ha portato il board del Cvc a investire ulteriormente su iniziative di responsabilità sociale; è nato così il supporto al progetto Wow (Wheels on Waves). Lo Spirito di Stella, il primo catamarano al mondo totalmente accessibile ai disabili, ha lasciato New York in aprile, dopo avere prelevato dalle mani del segretario Onu Antonio Guterres una copia della Convenzione dei Diritti dei disabili, per consegnarla lo scorso settembre in Vaticano, nelle mani di Papa Francesco, dopo una lunga traversata oceanica fatta di 12 tappe con 12 equipaggi diversi. Fare del Centro Velico un’esperienza totalizzante significa anche aprire nuove finestre. Ed è per questo che da quattro anni sull’isola vengono condotti corsi per “allievi speciali” quali, ad esempio, pazienti nella fase di recupero psicofisico da patologie oncologiche, in grado di trarre benefici dalla forza terapeutica dell’esperienza a Caprera, dal suo mare e dal suo vento. «Dopo un progetto avviato con l’Associazione umbra contro il cancro (Aucc)», aggiunge Rao, «è nata la collaborazione con l’Istituto europeo oncologico (Ieo) che dal 10 al 17 giugno porterà qui un gruppo di allievi/pazienti, assistiti da un’équipe di specialisti e con il supporto tecnico sportivo di un nostro team di istruttori, per misurarsi con un’esperienza fuori dall’ordinario».

L’importanza della tutela ambientale de La Maddalena

Resta però un tassello: quello relativo all’ambiente. «La nostra base di Caprera ospita circa 3 mila persone l’anno ed è un modello esemplare di insediamento a basso impatto ambientale», rivendica Rao. La scuola sta puntando su due progetti green. «Siamo impegnati nella tutela del delicato ecosistema del Parco nazionale de La Maddalena con una collaborazione all’interno di Plastic Busters, progetto dell’Università di Siena sotto l’egida dell’Onu, che punta a monitorare l’impatto delle micro-plastiche in mare. Il nostro impegno è rivolto a sensibilizzare tutti i nostri allievi, amici e fan che ci seguono sui social, sui rischi dell’inquinamento da plastiche e micro-plastiche, e di condurre un’attività di monitoraggio delle acque dei mari nei quali navighiamo e di campionamento in determinati periodi dell’anno». Il secondo progetto, Sail & Swipe, prevede invece la collaborazione con l’ente Parco per la pulizia e manutenzione delle spiagge dell’Arcipelago: tutti gli equipaggi del Cvc dedicheranno mezza giornata di corso all’attività di raccolta, con particolare attenzione ai rifiuti plastici, particolarmente inquinanti per l’ambiente marino.

Articolo pubblicato sul numero di Business People, giugno 2017

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