Benzina oltre 1,4 euro. Il Senato corre ai ripari

Nonostante il gran divario nei prezzi dei carburanti tra Italia ed Europa, nel nostro Paese continuano i rincari per tutti i gestori. Per la commissione Industria del Senato sono presenti diversi fattori di inefficienza, anche gravi, che vengono tutti scaricati nelle tasche dei consumatori. "Un'anomalia tutta italiana"...

Il giro di rialzi dei prezzi dei carburanti alla pompa sembra non avere fine. Dallo scorso martedì è iniziata una vera e propria corsa al rialzo da parte dei gestori dopo che l’aumento sui prezzi dei prodotti raffinati sul mercato del Mediterraneo. A registrare l’impennata è Staffetta Quotidiana (quotidiano delle fonti di energia), precisando che i prezzi medi superano ormai tranquillamente quota 1,4 euro/litro sulla benzina e quasi tutte le compagnie si attestano sopra 1,28 euro/litro sul gasolio.Questa mattina a mettere mano ai listini sono state Shell e Tamoil. Per la compagnia anglo-olandese si registra un rialzo di 1 centesimo su entrambi i prodotti, con prezzi medi a 1,409 e 1,285 euro/litro. Per Tamoil si tratta invece di un ritocco di +0,3 centesimi al litro su entrambi i prodotti, con prezzi medi rispettivamente a 1,408 e 1,282 euro/litro.

Prezzi compagnia per compagnia*

Benzina

Diesel

Benzina

Diesel

Agip

1,405

1,279

IP

1,405

1,280

Erg

1,408

1,282

Q8

1,407

1,289

Esso

1,402

1,281

Shell

1,409

1,285

Tamoil

1,408

1,408

Total

1,408

1,282

*Dati aggiornati all’11 novembre 2010

Intanto il Senato prova a correre ai ripari.Questa mattina la commissione Industria, Commercio e Turismo del Senato, ha concluso i lavori relativi all’indagine conoscitiva “sulla dinamica dei prezzi della filiera dei prodotti petroliferi, nonché sulle ricadute dei costi dell’energia elettrica e del gas sui redditi delle famiglie e sulla competitività delle imprese”. Fra le misure indicate nel documento finale della commissione la riduzione del numero delle stazioni di servizio (in Italia ci sono 24 mila distributori contro i 16 mila della Germania e i 14 mila della Francia) “favorendone la chiusura e/o l’accorpamento con un’apposita politica di incentivi economici e di ammortizzatori sociali”; l’estensione “il più possibile” dei self-service; l’agevolazione all’apertura di distributori senza gestori; e infine il passaggio alla fissazione settimanale e non giornaliera dei prezzi dei carburanti, eliminando i millesimi. Dall’indagine è emerso che non si può dire che fiscalmente siamo penalizzati rispetto al resto dell’Europa, né che, almeno in termini assoluti, esistano manovre strutturalmente speculative in occasione dell’adeguamento dei ‘prezzi alla pompa’ rispetto alle quotazioni del petrolio. La “conclusione cui è giunta la commissione è invece che esiste un’anomalia, tutta italiana, di un mercato in cui, a parità di altre condizioni rispetto al mercato europeo, sono presenti diversi fattori di inefficienza, anche gravi, che vengono tutti scaricati nelle tasche dei consumatori. Non esisterebbero in sostanza macroscopiche azioni speculative, ma piuttosto una complessiva inefficienza di tutta la filiera coinvolta e quantificabile in una differenza compresa tra i 3 e i 5 centesimi per litro di carburante rispetto ai prezzi medi europei”.

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