Esaminati 5439 nominativi attraverso 3276 ispezioni – da cui è emerso che 1264 titolari di conto hanno sfruttato lo scudo fiscale del 2009 riportando in Italia circa 1,7 miliardi di euro –; denunciate 190 persone, scoperti 101 evasori e 741 milioni di euro di redditi non dichiarati. Sono questi i numeri italiani dello scandalo Swissleaks a sei anni dalla fuga di Hervé Falciani, che riuscì a sottrarre i dati alla banca svizzera Hsbc per cui lavorava, mettendoli a disposizione della magistratura francese. L’operazione Swissleaks – che porta la firma del network di Washington International Consortium of Investigative Journalist (Icij) – ha reso pubblica una lista di oltre 100 mila clienti da 211 Paesi; di questi gli italiani, come riportato dal settimanale l’Espresso (che collabora con Icij), sono 7.499. “Si va dai vip già emersi nei giorni scorsi come il pilota Valentino Rossi e Flavio Briatore (residente all’estero), fino a decine di imprenditori, commercianti, professionisti, artigiani sconosciuti alle cronache”, si legge nell’inchiesta pubblicata dal settimanale italiano. La lista fotografa una situazione che risale al 2007; tra i nomi c’è chi ha potuto dimostrare la propria innocenza alla Guardia di Finanza. Altri, invece, sono stati scagionati dalle commissioni tributarie; molte indagini su presunti evasori della lista Falciani si sono conclusa con un nulla di fatto. +I NUOVI NOMI +
Questi i nomi che emergono dall’articolo La resa dei conti, a firma dei giornalisti Paolo Biondani, Alfredo Faieta, Vittorio Malagutti, Gloria Riva e Leo Sisti:
Trasferire denaro in una banca svizzera non è di per sé un reato, se le disponibilità all’esterovengono segnalate nella dichiarazione dei redditi
I NOMI ITALIANI DELLA LISTA FALCIANIGiuseppe Recchi (presidente di Telecom Italia, il conto – chiuso – era regolarmente denunciato), Eugenio Marco Airoldi (a.d. di Benetton, “investimenti tramite fiduciaria, legittimamente detenuti e dichiarati in Italia”), il sondaggista Renato Mannheimer (afferma di non aver memoria del conto), l’imprenditore Giulio Malgara, Luigi Guatri (ex rettore dell’università Bocconi, ha usufruito dello scudo fiscale), Giancarlo Giammetti (per decenni stretto collaboratore dello stilista Valentino Garavani, emerso anche lui nella lista), gli eredi del costruttore Bruno De Mico (morto nel 2010, al centro di uno dei più clamorosi scandali nell’era pre Tangentopoli), Valentino Rossi, Flavio Briatore (residente all’estero), Giorgio Stracquadanio – dalle pagine del Corriere della Sera la sorella del politico, venuto a mancare nel gennaio 2014, ha confermato l’utilizzo dello scudo fiscale nel 2009 – Giuseppe Civati (il politico ha già sottolineato la sua estraneità), Luigi Maria Clementi (presidente del gruppo I Grandi Viaggi, ha usufruito dello scudo fiscale), Roberto Cavalli (ha regolarizzato la sua posizione), avvocato Alberto Ledda (ha usufruito dello scudo fiscale), Enrico Ferrari (già direttore dell’Autodromo di Monza, ha usufruito dello scudo fiscale), i gioiellieri Claudio e Alberto Pederzani (hanno usufruito dello scudo fiscale), Manuela Ronchi (ex manager del ciclista Marco Pantani, ha usufruito dello scudo fiscale), il finanziere Davide Serra (residente all’estero da 18 anni, conto detenuto “in totale trasparenza e in accordo con il sistema fiscale inglese), il fondatore e gestore del fondo Equinox Salvatore Mancuso (già presidente di Alitalia e consigliere Enel, il suo conto è collegato alle sue attività in Svizzera), Luigi Zunino (conto aperto nel 1998 e chiuso nel 2002), il dirigente e azionista dell’omonima fabbrica d’armi Franco Gusalli Beretta (afferma a l’Espresso: “La complessità della mia posizione fiscale e patrimoniale richiede il supporto di consulenti che gestiscono e tutelano i miei interessi nel rispetto delle normative italiane e internazionali”), Manfredi Catella di Hines Italia (lascito ereditario “su cui ho pagato le tasse in Italia”), il presidente del Banco di Napoli Maurizio Barraco (conto chiuso nel 2004 “per motivi successori senza che abbia effettuato alcuna transazione), Luigi Luini (“conto chiuso da anni, su cui l’Agenzia delle Entrate non ha formulato rilievi”), Ludina Barzini (“non ho nulla da dire”), Stefania Sandrelli (non commenta), la figlia dell’imprenditore Raul Gardini, Eleonora (non commenta), Ornella Vanoni (non commenta), il manager Giulio Burchi (non commenta), la vicepresidente e azionista di Bolton group Marina Nissim (non commenta), Abramo e Raffaele Galante di Digital Bros (non commentano), il fondatore del gruppo Olidata Adolfo Savini (non commenta), l’ex dirigente Fininvest Daniele Lorenzano (iscritto all’anagrafe dei residenti all’estero, “non è soggetto al fisco e non ha mai dovuto fare condoni”), imprenditore Giorgio Dal Negro (ha regolarizzato la sua posizione con il fisco).
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