Altro che telegrammi, corone di fiori e tombe: il riposo eterno, oggi, è online. E, in fondo, l’idea non è nemmeno così astrusa se si considera che, oramai, ai social network affidiamo di tutto: i ricordi più personali, le foto dei nostri figli, i video realizzati con gli amici, i selfie in compagnia dei vip. Dunque, perché non il nostro funerale?
A colmare la lacuna ci stanno pensando un gruppo di giovani imprenditori italiani, capitanati da Jacopo Vitali: insieme, hanno realizzato l’app RipCemetery. «Dopo la perdita prematura di mio cugino mi sono reso conto che nessuno dei comuni social network sarebbe stato adatto a condividere i miei pensieri su di lui, senza che sembrassero banali», spiega Vitali. «Allora ho pensato di creare uno spazio dedicato a tutte quelle persone che, come me, hanno perso una persona importante e vogliono ricordarlo insieme agli amici giorno dopo giorno».
LE SEZIONI. RipCemetery si presenta infatti alla stregua di un santuario online, dove le persone possono rievocare, attraverso foto e video, l’esistenza del defunto e dargli l’ultimo saluto, affidandolo all’etere web.
Numerose le sezioni previste: si va dal memory wall (muro della memoria), dove vengono fissati virtualmente i ricordi più belli, alla biography function (racconto della biografia) fino alla sezione photo & video, condivisibili nell’apposita sezione Ricordi.Possibile anche la costruzione di tombe virtiuali di famiglia, con tanto di iscrizioni.
RICERCA FONDI. Al momento, Vitali e compagnia stanno raccogliendo i soldi per finanziare RipCemetery: il tutto, ovviamente, tramite il crowfunding.
Per rendere RipCemetery accessibile da tutte le piattaforme servono loro 23 mila dollari ma per riuscire a realizzare interamente il progetto servirebbero dai 250 mila dollari (per rendere operative le funzioni sopra citate) ai 500 mila dollari (per le tombe). Per promuovere la raccolta, è stato anche caricato un video su YouTube.
APPROCCIO DIFFICILE. «Indubbiamente l’argomento è particolarmente sensibile: coinvolge culture, riflessi religiosi, e diversi approcci di come commemorare o ricordare i propri cari», commenta Vitali. «Il culto della morte è una cosa altrettanto delicata e ristretta appunto agli stessi cultori, per i quali valgono solamente loro regole inconfutabili e dogmatiche. Il RipCemetery non è quindi comprensibile per tutti coloro che amano dividere seccamente i due mondi e lo sarà unicamente per coloro che non amano trascorrere la propria vita avulsa dal ricordo giornaliero dei propri cari defunti, ma in modo privato, emozionale, perché spessissimo la loro mente va al ricordo degli stessi, attribuendo all’aiuto di questi ultimi diversi fatti che giornalmente inaspettatamente capitano».
E a chi gli fa notare che il progetto suona un po’ lugubre per un giovane team di imprenditori come loro, Vitali risponde: «Siamo giovani, moderni sì, ma apparteniamo a quella parte che ancora fa prevalere cose più importanti ed appaganti rispetto al profitto. Solo vivendo estremamente la necessità ed avendo capacità emozionale, si può realizzare il RipCemetery e trasmetterne la giusta valenza altrui».
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