Si va avanti senza soste nel voto sul ddl riforme. Il Senato non si fermerà fino al voto finale. Il governo registra però un’altra battuta d’arresto per colpa dei franchi tiratori: per 5 voti è stato bocciato un emendamento marginale, ma il segnale di tensione è arrivato.
I principali punti approvati:
Stato-Regioni
Addio alla legislazione concorrente, aumentato le competenze esclusivamente statali.
Poteri esclusivi dello Stato
Tra le nuove competenze statali ci sono il coordinamento del sistema tributario; la disciplina giuridica del lavoro per la Pa; la gestion dell’energia, le grandi infrastrutture; la sicurezza sul lavoro. Viene anche introdotta una «clausola di supremazia» per lo Stato: «Su proposta del Governo, la legge dello Stato può intervenire in materie o funzioni non riservate alla legislazione esclusiva quando lo richieda la tutela dell’unità giuridica o economica della Repubblica».
Referendum
Le firme tornano da 800 mila a 500 mila, ma viene abbassato il quorum per l’approvazione solo nel primo caso. Per i referendum propositivi e d’indirizzo viene abbassato da 250mila a 150mila il numero di firme per le leggi d’iniziativa popolare.
Prossimi punti:
– esclusione del potere di dare la fiducia al Governo per il futuro Senato;
– soppressione del Cnel;
– abolizione delle Province dalla Carta sono gli altri punti incassati nell’iter del ddl.
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