Riforma della Pa: ecco che cosa cambia

Tra le novità: il riordino delle società partecipate degli enti pubblici, il tetto di 4 anni per le cariche dei dirigenti, il libretto automobilistico unico, il criterio del silenzio-assenso per le amministrazioni

Il Senato ha approvato la riforma della Pubblica Amministrazione con 145 sì e 97 no trasformandola così in legge. «Un altro tassello: approvata la riforma PA #lavoltabuona un abbraccio agli amici gufi», twitta entusiasta il premier Matteo Renzi. Poiché si tratta di una legge delega, adesso il passo successivo sono i decreti attuativi: una quindicina circa, che il governo deve emanare al massimo entro 18 mesi. I primi, al vaglio già a settembre, saranno le misure relative ai cittadini e alle imprese, poi sarà il turno del silenzio assenso, dei servizi e del testo unico sul pubblico impiego. Il lavoro si annuncia corposo visto che le novità introdotte dalla riforma sono davvero numerose.

DIRIGENTI. La prima rivoluzione riguarda i dirigenti: verranno introdotti tre ruoli unici (uno per lo Stato, uno per le Regioni e uno per gli Enti Locali) e le cariche non potranno superare la durata di 4 anni. Contemplato anche il licenziamento per valutazioni negative dell’operato. Quanto ai dirigenti privi di incarichi, possono chiedere il demansionamento a funzionario e mantenere così il posto di lavoro. La riforma prova poi a riordinare le società partecipate degli enti pubblici, commissariando quelle con i conti in rosso. Introdotti anche vincoli sulle assunzioni e sugli stipendi dei dirigenti, in un ottica di tagli della spesa pubblica.

PERMESSI. E ancora: si introduce il criterio del silenzio-assenso sia per le amministrazioni sia per i cantieri. Nel primo caso, superati 30 giorni dalla notifica di un atto, l’assenza di una risposta equivale a una autorizzazione a procedere. Il tetto è stato innalzato a 90 giorni per le amministrazioni in materia di tutela ambientale, paesaggistica, dei beni culturali e della salute. Per i cantieri, invece, il silenzio equivale a un assenso trascorsi i termini indicati. Contemplata anche la possibilità di videoconferenze per le riunioni.

TAGLI. La riforma ridurrebbe inoltre il numero delle prefetture e delle Camere di commercio, rafforzerebbe il potere della presidenza del Consiglio, sancirebbe la fusione tra Guardia forestale e Carabinieri nonché tra il trasferimento del Pra (Pubblico registro automobilistico) dall’Aci al ministero dei Trasporti. Questo porterebbe alla nascita di un’unica banca dati e quindi di un libretto automobilistico unico.

SEMPLIFICAZIONE. Dal punto di vista dei cittadini, infine, diventa possibile pagare multe e bollette via sms o tramite addebito su conto telefonico, a patto che l’importo non superi i 50 euro. Infine, in caso di pericolo, non bisognerà più ricordarsi quale numero corrisponde ai pompieri e quale alla polizia: i vari 113, 118 e 115 spariscono, sostituiti dal numero unico 112. Contestualmente saranno create centri regionali di smistamento delle chiamate.

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