“Fatti non foste per vivere come bruti ma per seguire virtute e conoscenza. Questo è un grande messaggio. Il Parlamento (europeo, ndr) scelga: o vivere come bruti inseguendo un messaggio demagogico oppure segua la virtù e la conoscenza”. È una citazione di Dante Alighieri Su Ulisse quella che Matteo Renzi, che sei mesi prima aveva citato Telemaco, utilizza nel suo intervento di chiusura del semestre italiano dell’Ue. Da Strasburgo il presidente del Consiglio ha illustrato il bilancio del lavoro svolto e i risultati ottenuti dall’Italia.
L’ITALIA CAMBI. In occasione del suo discorso Renzi ha invitato il nostro Paese a un cambiamento: “L’Italia – ha dichiarato – se vuole stare nella competizione globale deve cambiare, in questi sei mesi abbiamo fatto molto. Noi italiani sappiamo che la nostra sfida non è qui (a Strasburgo, nel Parlamento Ue) ma a casa nostra“.
SULL’EUROPA. Non sono mancate, ovviamente, parole nei confronti dell’Europa. “Credo che o l’Europa cambia marcia nell’economia o diventeremo fanalino coda di un mondo che cambia rapidamente”, ha affermato, aggiungendo che “a nostro giudizio stiamo andando nella giusta direzione, ma dobbiamo fare di più. Noi siamo pronti a fare la nostra parte, a credere nell’investimento sulla flessibilità”. L’Europa, ha poi continuato il premier italiano, “troppo spesso ha dato l’idea di essere troppo basata su economia, su vincoli e parametri: è stato un errore e il cambiamento della commissione Juncker negli ultimi sei mesi andava immaginato negli ultimi sei anni”.
I RISULTATI DEL SEMESTRE ITALIANO. Il semestre italiano Ue ha il “colore e il sapore di un’opportunità: siamo stati in grado della sfida in questi sei mesi. Sono consapevole – ha aggiunto – che gli addetti ai lavori ci chiedono dei risultati, se siamo soddisfatti. Ma è una domanda mal posta: chi fa politica non è mai soddisfatto se lo è, è meglio che cambi mestiere”.
CAPITOLO MADE IN. Critico Renzi sul tema del made in dove, a detta del premier, si è registrata una sconfitta. “gli impegni che questo Parlamento come istituzione ha assunto” non sono stati mantenuti. “È incomprensibile la resistenza che alcuni Paesi stanno facendo”, ha aggiunto.
IL SALUTO A NAPOLITANO. Non è mancato il saluto al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, salutato dall’assemblea con un lungo applauso. “Napolitano ha rappresentato anche in questi sei mesi la guida del nostro Paese: Giorgio Napolitano, convinto europeista che proprio in queste ore lascerà il proprio incarico avendo compiuto un lungo percorso di cambiamento e avendo affrontato le difficoltà in Italia con l’intelligenza e la saggezza”.
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