Regionali 2015, il Pd vince 5-2. Ma la Liguria torna al centrodestra

Nonostante le polemiche, il partito del premier conquista la Campania, e ottiene la riconferma in Toscana, Marche, Umbria e Puglia. In Veneto trionfo di Zaia. Boom della Lega, M5s secondo partito a livello nazionale

Una vittoria, non un trionfo. E le preoccupazioni sono parecchie. Finisce 5-2 la sfida Regionali tra centrosinistra e centrodestra, con il partito del presidente del Consiglio che guiderà per i prossimi cinque anni le Marche, la Puglia, la Toscana, l’Umbria e la Campania (strappata al centrodestra). In Veneto però viene doppiato dalla Lega di Zaia, che ottiene buonissimi risultati anche nel resto della Penisola, e soprattutto si vede scippare la Liguria da Giovanni Toti, anche a causa di uno strappo con la minoranza interna che rischia di allargarsi nei prossimi mesi. Tra i due litiganti, il Movimento 5 Stelle diviene il secondo partito a livello nazionale, con una graduatoria che secondo l’Istituto Piepoli recita Pd 23,7%, M5s 18%, Lega Nord 12,5%, Forza italia 10,7% e Fratelli d’Italia al 4,2%.

IN CAMPANIA VITTORIA AMARA. E anche quando si vince non è sempre possibile festeggiare. In Campania, infatti, Vincenzo De Luca vince le elezioni con il 40%, solo un paio di punti sopra il governatore uscente Stefano Caldoro (terza Valeria Ciarambino, M5s). Tuttavia, per l’ex sindaco di Salerno definito impresentabile nella lista nera della commissione Antimafia, si apre la partita della possibile decadenza legata alla legge Severino. Una vittoria che, di conseguenza, potrebbe rivoltarsi come un boomerang tra appena qualche settimana.

SCONFITTE IN VENETO E LIGURIA. Il centrodestra torna a far paura al Pd, specie quando gioca unito. È il caso della Liguria, che passa a Giovanni Toti per il 34% dei voti. Il centrosinistra, diviso, si morde le mani e tocca solo quota 28%, circa tre punti in più dell’ottimo risultato di Alice Salvatore, che porta il Movimento 5 Stelle al 25%. In Veneto, invece, il 10% di Flavio Tosi non impedisce al presidente uscente Luca Zaia di superare il 50% dei voti: doppiata la candidata del Pd Alessandra Moretti (23%).

LE VITTORIE NELLE ROCCAFORTI. Ma il Pd, numericamente, esce comunque vincitore dalla tornata, grazie soprattutto alle sue roccaforti. In Toscana il governatore uscente Enrico Rossi vince al primo turno con il 48% dei voti doppiando, come successo a Zaia in Veneto, il secondo arrivato. Claudio Borghi, candidato della Lega Nord, si ferma infatti al 20%. Meno netta la vittoria di Catiuscia Marini in Umbria, uscita vincitrice da un testa a testa iniziale con lo sfidante Claudio Ricci: alla distanza, il Pd batte il centrodestra 42,8% a 39,3%. In Puglia trionfa Michele Emiliano, che succede a Nichi Vendola con il 47% dei voti; secondo posto quasi ex aequo fra la candidata grillina Antonella Laricchia e Francesco Schittulli (fittiani, FdI e moderati di Area Popolare) intorno al 18%. Nelle Marche, infine, Luca Ceriscioli supera il 40% delle preferenze, con Gianni Maggi (M5s) secondo al 21%, a discapito di Francesco Acquaroli (centrodestra) che si ferma al 19%.

AFFLUENZA ANCORA IN CALO. Non fa più notizia il calo dell’affluenza: dal 72% del 2005, si è prima passati al 64% del 2010 e al 52,2% di questa tornata elettorale. Maglia nera alla Liguria, con il 50,67%. Calo di circa 7 punti anche per quanto riguarda le elezioni comunali, che hanno portato alle urne il 65% degli italiani(dato diffuso dal Viminale alle 23 di ieri sera, che però non tiene conto delle amministrative in corso in Friuli Venezia Giulia e Sicilia).

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