Svuotate le cantine e rovistate in soffitta. Tra tante cose vecchie impilate tra armadi e cassetti ce ne sono alcune che presto saranno di nuovo alla moda. Perché l’età dell’analogico, archiviata e dimenticata forse con troppa fretta, è tornata tra noi. Tanto che, nel bel mezzo della rivoluzione digitale, tutto quel mondo abbandonato nelle stanze dei ricordi si prepara a rivivere più in forma che mai. E non è una questione vintage per nostalgici, ma di un vero e proprio movimento di neo-puristi del suono, dell’immagine e della lettura. E soprattutto un mercato che interessa di nuovo le grandi multinazionali. Perché i volumi, anche se di nicchia, cominciano a valere milioni di euro.
A trainare il business ci sono le grandi personalità dell’arte e dello spettacolo. Prendete il caso di Christopher Nolan. Il talentuoso regista di Batman, Insomnia e Inception è appena tornato sul grande schermo con un lungometraggio di fantascienza, Interstellar, girato in 35 millimetri e Imax 65 mm. Roba d’altri tempi? Non proprio. Perché Nolan non è una mosca bianca. Con buona pace di tutte quelle sale che in questi anni hanno dovuto rinunciare alle vecchie “pizze” per sposare il digitale, molti registi (da Martin Scorsese a Quentin Tarantino) stanno tornando alla pellicola. A Hollywood è nato un gruppo di cineasti schierato a favore della pellicola, con lo scopo di convincere i produttori a investire e sostenere l’ultima fabbrica industriale di celluloide ormai esistente: quella Kodak. Il risultato che è oggi J.J. Abrams ha deciso di girare in 35 mm gran parte del prossimo Star Wars: Episodio VII.
Ad andare controcorrente, incantati dalla grana e dalla tavolozza dei colori della pellicola, non ci sono solo i guru della cinematografia americana. Nel nostro Paese si prepara a rinascere FilmFerrania, la storica azienda del savonese, che ha prodotto per oltre un secolo pellicole per macchine fotografiche e per il cinema, dall’Istituto Luce fino ai film di Totò. Dopo l’addio di Fuji alla produzione di pellicola e il dimagrimento forzato di Kodak, due giovani imprenditori, Marco Pagni e Nicola Baldini, hanno deciso di scommettere sulla FilmFerrania, i cui dipartimenti di celluloide sono chiusi da una decina d’anni. Hanno quindi rilevato i macchinari per concentrarsi in una produzione di nicchia, nei formati Super 8 e 16 mm per la cinematografia e 35 e 120 mm per la fotografia. «Esiste ancora un mercato di appassionati. E non solo di tipo professionale», dice Nicola Baldini. «Pensiamo alla lomografia, alla Polaroid e alla fotografia istantanea che sta riprendendo piede. Il bisogno di un supporto fisico è ancora diffuso tra le persone. Forse oggi ancora più di ieri. In questo settore pensiamo di dire la nostra con una produzione limitata, ma di altissima qualità». Anche la regina delle macchine fotografiche, la Leica, torna all’analogico, presentando a Photokina (fiera internazionale numero uno al mondo nel settore dell’imaging) due modelli di fotocamere a telemetro puramente meccaniche e a pellicola.
È un movimento di neo-puristi del suono, dell’immagine e della lettura. E un mercato che interessa di nuovo le multinazionali
ALBUM DI FAMIGLIA. Possedere un vinile significa possedere un’opera d’arte, un oggetto da esporre e da gustare. È quanto sostengono i fan del vecchio 35 giri. E non a caso l’exploit più significativo, almeno in termini economici, del mondo analogico arriva dal vecchio Lp, il long playing, dato per morto da una ventina d’anni, almeno da quando il cd si è imposto sul mercato, per poi essere soppiantato dai formati digitali. Il 2013, infatti, è stato un altro anno d’oro per il vinile: negli Stati Uniti il mercato vale circa 6 milioni di dischi venduti, mentre in Inghilterra circa 800 mila pezzi. Si tratta di un settore di nicchia che corrisponde all’1,5% dei ricavi globali, ma con un tasso di crescita del 26,9%, che ha portato il settore da 172 a 218 milioni di dollari, probabilmente grazie al fascino di quelle grandi copertine emozionanti e a volte artistiche, e il suo suono più intenso e caldo rispetto al digitale. Non solo. Le vendite di Lp a 33 giri sono aumentate anche nel Regno Unito (del 45%!) e l’Italia, con il suo 6%, si piazza al settimo posto tra i mercati in crescita. Era dagli anni ‘90 che i 33 giri non correvano così veloci. E bisogna anche considerare che i dati comunicati dall’associazione dei discografici Riaa raccontano di una flessione del 18,9 % nelle vendite di cd (91,7 mln di pezzi a fronte dei 113,1 del gennaio-settembre 2013) e di un meno 3% di quelle digitali.A risollevare le sorti del vinile sono state band musicali di lungo corso come i Daft Punk che hanno inciso e pubblicato in microsolco il loro ultimo lavoro, Random Memories (il vinile più venduto degli ultimi 20 anni), e Bruce Springsteen che ha ristampato tutta la sua opera in 33 giri. Tra le band più giovani troviamo gli Arctic Monkeys, Jack White e l’album di debutto dei Royal Blood, ma anche classici come il primo disco degli Stone Roses, Definitely maybe degli Oasis e sempreverdi come The dark side of the moon dei Pink Floyd e i primi tre album dei Led Zeppelin e gli Iron Maiden. E guardando all’Italia, il nuovo disco di Vasco Rossi Sono innocente compare pure nella versione in doppio vinile. Con tutto questo fermento tornano sul mercato anche i giradischi. Nel 2010 Panasonic aveva posto la pietra tombale sulla produzione del Technics SL 1200, una leggenda per Dj e amanti del vinile, che aveva trasformato un lettore in uno strumento musicale. Oggi invece Pioneer ha appena lanciato l’ultimo dei suoi gioielli PLX-1000.L’AMICO DIGITALE. Per ironia della sorte, il ritorno dell’analogico dalle soffitte a prodotto chic e di qualità deve tutto (o quasi) alla rivoluzione digitale. E qui non c’entrano le mode, la qualità del suono e dell’immagine, ma le infrastrutture che consentono di distribuire, consegnare e far conoscere i prodotti. Basti pensare che il leader di vendite di dischi in vinile si chiama Amazon e vanta il 12% delle transazioni. Negli Stati Uniti il secondo rivenditore è la catena di negozi di abbigliamento Urban Outfitters con l’8% delle vendite. Il resto del mercato è diviso tra piccoli rivenditori. Buona parte del merito dell’analogic-mania si deve quindi alla creatura di Jeff Bezos, che ha lanciato il servizio Auto Rip rendendo disponibili in mp3 a 256 Kbps tutti gli album (cd e vinili) acquistati dal 2010 a oggi. L’altra killer application che ha fatto conoscere anche ai più giovani i colori dell’analogico è Hipstamatic, app del 2010 e tra le più scaricate, il cui slogan la dice lunga: «La fotografia digitale non è mai sembrata tanto analogica». E, infatti, funziona come una fotocamera digitale, ma con gli effetti di pellicola e lenti tipicamente analogici. Un successo che ha trainato la nascita dei negozi di lomografia, dove si vendono macchine fotografiche e pellicole che si ispirano a quelle del passato, distorsioni e sfumature imperfette incluse. E capita che anche gli smartwatch si ispirino ai vecchi orologi. È il caso di Halo, che sarà disponibile in due varianti: Halo 1 come accessorio, da accoppiare con uno smartphone, e Halo 2 che invece è una versione stand alone con slot per micro Sim e connettività 2G. I dispositivi saranno dei veri e propri orologi, con tanto di lancette, dotati anche di touch screen e di tutte le funzioni di uno smartwatch. Microsoft ha poi messo in cantiere un dispositivo per consentire la scrittura a mano libera (già, si ricorda qualcuno come si fa?) per gli smartwatch. Quanto alla carta, negli Stati Uniti, la sua sopravvivenza deve molto ai big del digitali. The New Republic, la storica rivista della destra liberal americana, è stata acquisita e rilanciata da Chris Hughes, cofondatore di Facebook. Stessa sorte per il Washington Post comprato da Jeff Bezos di Amazon. Insomma finché tira il digital c’è speranza per l’analogico, in tutte le sue versioni.
SULLE ORME DEI RICORDI
1871 | Il britannico Richard Maddox elabora una nuova emulsione, con bromuro di cadmio, nitrato d’argento e gelatina. È la pellicola fotografica. |
1885 | A Newark il reverendo Hannibal Goodwin deposita il brevetto di una pellicola flessibile per immagini in movimento. |
1887 | L’inventore tedesco Emile Berliner crea il grammofono e il disco in gommalacca con solchi a piastra digitale a 78 giri. |
1888 | Kodak lancia la pellicola avvolgibile. |
1909 | A Parigi il Congresso degli editori di film stabilisce che il 35 mm, con quattro perforazioni per fotogramma, è lo standard dell’industria del cinema. |
1930 | Primi film a colori. |
1948 | Nasce il 33 giri in vinile, il cosiddetto long playing, 30 minuti di ascolto per facciata |
1950 | Con la diffusione dei juke-box si diffondono i 45 giri, una canzone per facciata |
1968 | Il formato Super 8 mm venne introdotto dalla Kodak nel 1965 per la diffusione dell’home cinema e dei filmati amatoriali. |
1980 | Nasce il compact disc. |