Province e pareggio di bilancio: inizia l’iter di modifica della Costituzione

Il Consiglio dei ministri approva due disegni di legge costituzionale che dovranno essere approvate dal Parlamento con procedura aggravata. Assente quello sul dimezzamento dei parlamentari

Superato (con fiducia) l’esame del Senato, la manovra passa ora alla Camera. Intanto il governo lavora già a due disegni di legge che, già previsti in chiave di austerity, non potevano entrare fra le misure della manovra perché implicano modifiche alla Costituzione. Si tratta della soppressione delle Province e dell’introduzione del principio del pareggio di bilancio. Il via libera all’iter legislativo è stato dato questa mattina in Consiglio dei ministri, ma i tempi non saranno certo brevi (i passi del procedimento). Le Province. Nel caso venisse approvata la modifica alla Costituzione, le Province sparirebbero per lasciare posto alle città metropolitane e alle unioni di Comuni, enti intermedi il cui funzionamento dovrebbe essere regolato dalle Regioni (scelta ovviamente criticata dall’Unione delle province d’Italia che parla di “demagogia” e di “caos istituzionale” e di “aumento della spesa pubblica”). Il pareggio di bilancio. Il principio del pareggio di bilancio, come confermato dal ministro Giulio Tremonti, sarà introdotto nella prima parte della Costituzione, ovvero quella che concerne i Diritti e Doveri dei cittadini. Sarà un principio “ad altissima intensità politica e civile” e non solo contabile, spiega Tremonti. Secondo il testo del disegno di legge lo Stato non potrà ricorrere all’indebitamento, “se non nelle fasi avverse del ciclo economico nei limiti degli effetti da esso determinati, o per uno stato di necessità che non può essere sostenuto con le ordinarie decisioni di bilancio”. Lo stato di necessità “è dichiarato dalle Camere in ragione di eventi eccezionali, con voto espresso a maggioranza assoluta dei rispettivi componenti”. E ogni legge che con nuovi o maggiori oneri finanziari “provvede ai mezzi per farvi fronte”. Le Camere ogni anno, si ricorda nel ddl, approvano con legge il bilancio e il rendiconto consuntivo presentati dal Governo. E l’esercizio provvisorio del bilancio non potrà essere concesso «se non per legge e per periodi non superiori complessivamente a quattro mesi. L’equilibrio di bilancio sarà un vincolo anche per i Comuni, le Provincie, le città metropolitane e le Regioni. Gli enti territoriali potranno ricorrere all’indebitamento solo per finanziare spese di investimento. Ma anche in questo caso – stabilisce il testo approvato dal Cdm – dovrà essere indicato contestualmente la “definizione di piani di ammortamento” e dovranno essere rispettati i principi e i criteri stabiliti da una legge che, prevista dal nuovo articolo 53 della Costituzione, fisserà i vincoli che derivano dall’Unione europea e le modalità di contenimento del debito delle amministrazioni pubbliche.Salta il dimezzamento dei parlamentari. Dal ddl approvato oggi dal Consiglio dei ministri non c’è traccia del tanto annunciato dimezzamento dei parlamentari il cui numero (630 alla Camera e 315 al Senato) è fissato dalla Costituzione.

© Riproduzione riservata