«Contrastare e combattere le false cooperative, quelle che prostituiscono il proprio nome di cooperativa, cioé di una realtà assai buona, per ingannare la gente con scopi di lucro contrari a quelli della vera e autentica cooperazione».
Non ha usato mezzi termini – com’è nel suo stile – Papa Francesco nel corso dell’udienza dei 7 mila soci di Confcooperative nell’Aula Nervi sabato 28 febbraio.
Il Pontefice ha chiesto alle cooperative bianche di lottare contro i disonesti, «perché assumere una facciata onorata e perseguire invece finalità disonorevoli e immorali, spesso rivolte allo sfruttamento del lavoro, oppure alle manipolazioni del mercato, e persino a scandalosi traffici di corruzione, è una vergognosa e gravissima menzogna che non si può assolutamente accettare».
DENARO E UOMINI. Il problema è sempre il denaro «sterco del diavolo» che «diventa un idolo, comanda le scelte dell’uomo». Il compito delle cooperative autentiche è invece far comandare «gli uomini sul capitale».
Salari giusti, collaborazione tra le cooperative bancarie e le imprese, dignità per le famiglie: queste le richieste del Papa che ha delineato anche il profilo del socio della cooperativa. «Non deve essere solo un fornitore, un lavoratore, un utente ben trattato, dev’essere sempre il protagonista, deve crescere, attraverso la cooperativa, come persona, socialmente e professionalmente, nella responsabilità, nel concretizzare la speranza, nel fare insieme», ha spiegato Francesco, «non dico che non si debba crescere nel reddito, ma ciò non basta: occorre che l’impresa gestita dalla cooperativa cresca davvero in modo cooperativo, cioé coinvolgendo tutti».
PERIFERIA. Infine sua Santità ha chiesto di tendere una mano soprattutto dove ci sono le vecchie e nuove periferie, dove ci sono persone svantaggiate, dove ci sono persone sole e scartate, dove ci sono persone non rispettate.
E proprio in questo senso sono andare le tre testimonianze portate in Vaticano da Confcooperative (che hanno voluto regalare a Francesco il vino della Pace prodotto a Cormons con le uve di tutto il mondo): la cooperativa sociale La Paranza, costituita nel 2006 da giovani del Rione Sanità di Napoli; la cooperativa piemontese Cassiopea che si occupa dell’inserimento nel lavoro delle persone svantaggiate; e infine Lincoop, un’esperienza di workers buy out a Forlì-Cesena.
© Riproduzione riservata