Papa Francesco riforma la giustizia penale in Vaticano

Abolizione dell’ergastolo, sostituito con pene fino a 30-35 anni, ed estensione dei reati contro i minori, tra le novità introdotte dal Pontefice

Nuova rivoluzione di Papa Francesco. Il Pontefice ha pubblicato oggi una Lettera Apostolica, in forma di Motu Proprio, che riforma, con nuove leggi in materia penale e nuove sanzioni amministrative, la giustizia nello Stato della Città del Vaticano e nella Santa Sede.

«Ai nostri tempi – scrive Papa Francesco – il bene comune è sempre più minacciato dalla criminalità transnazionale e organizzata, dall’uso improprio del mercato e dell’economia, nonché dal terrorismo. È quindi necessario che la comunità internazionale adotti idonei strumenti giuridici che permettano di prevenire e contrastare la criminalità, favorendo la cooperazione giudiziaria internazionale in materia penale».

Tante le novità introdotte oggi dal Pontefice, tra le quali spicca sicuramente l’abolizione dell’ergastolo, sostituito con la pena della reclusione da 30 a 35 anni. Da segnalare anche l’avvenuta introduzione del delitto di tortura e l’ampliamento della definizione della categoria dei delitti contro i minori (tra i quali la vendita, la prostituzione, l’arruolamento e la violenza sessuale in loro danno; la pedopornografia; la detenzione di materiale pedopornografico; gli atti sessuali con minori). Sono state introdotte anche figure criminose relative ai delitti contro l’umanità, cui è stato dedicato un titolo a parte: si sono previste, tra l’altro, la specifica punizione di delitti come il genocidio e l’apartheid, sulla falsariga delle disposizioni dello Statuto della Corte penale internazionale del 1998; anche il titolo dei delitti contro la pubblica amministrazione è stato rivisto, in relazione alla Convenzione delle Nazioni Unite del 2003 contro la corruzione. Si è poi introdotto un sistema sanzionatorio a carico delle persone giuridiche, per tutti i casi in cui esse profittino di attività criminose commesse dai loro organi o dipendenti, stabilendo una loro responsabilità diretta con sanzioni interdittive e pecuniarie.

Poi, sono stati introdotti i principi generali del giusto processo entro un termine ragionevole e della presunzione di innocenza dell’imputato, e sono stati potenziati i poteri cautelari a disposizione dell’Autorità giudiziaria (con l’aggiornamento della disciplina della confisca, potenziata dall’introduzione della misura del blocco preventivo dei beni).

Ma, al di là dell’aspetto sanzionatorio, l’obiettivo primario del Motu Proprio è anche quello di estendere (dal 1° settembre 2013) l’applicazione delle leggi penali approvate in data odierna dalla Pontificia Commissione per lo Stato della Città del Vaticano anche all’ambito della Santa Sede: cioè ai membri, gli officiali e i dipendenti dei vari organismi della Curia Romana, delle Istituzioni ad essa collegate, degli enti dipendenti dalla Santa Sede e delle persone giuridiche canoniche, nonché ai legati pontifici ed al personale di ruolo diplomatico della Santa Sede. Tale estensione ha lo scopo di rendere perseguibili da parte degli organi giudiziari dello Stato della Città del Vaticano i reati previsti in queste leggi anche nel caso in cui il fatto fosse commesso al di fuori dei confini dello Stato stesso.

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