Orologi, il falso in rete

Più di un orologio su tre, venduto online, è un falso. I numeri emersi dal recente convegno di Assorologi che, tra le tante iniziative, ha realizzato anche un portale anti-contraffazione

Circa il 35% dei siti Web utilizza illegalmente il nome di brand di orologi italiani e stranieri per vendere prodotti falsi. E in media, nei primi 100 risultati ottenuti da uno dei principali motori di ricerca, 32 sono veicolo di merce taroccata. Questi alcuni dei dati emersi dal convegno La contraffazione di orologi: dalla consapevolezza all’azione, organizzato a Milano da Assorologi, Associazione italiana di produttori e distributori di orologeria, con Convey, specializzata in “Web intelligence”. Dalla ricerca emerge che il 40% delle pagine “pericolose” è ospitato da server americani, significativa è anche la presenza in Cina, Paesi Bassi, Malesia e Germania. A gestire la contraffazione, a livello globale, sono reti organizzate e tra loro connesse. Come ricordato dal presidente di Assorologi, Mario Peserico, per contrastare questa piaga l’associazione ha già realizzato diverse iniziative, come una campagna di comunicazione ad hoc, un decalogo sulla contraffazione e il lancio del portale Falsobook con l’Agenzia delle Dogane.

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