Non pagò l’Iva, assolto imprenditore

Il tribunale di Firenze non condanna l’uomo perché non aveva la possibilità di pagare. Doveva al Fisco 176 mila euro

Avrebbe voluto pagare le tasse, ma non era in grado di farlo. Per questo motivo un imprenditore edile è stato assolto dal tribunale di Firenze dall’accusa di evasione. Nei confronti dell’uomo, che nel 2007 non corrispose all’erario 176 mila euro di Iva, venne emesso un decreto penale di condanna da 7.500 euro per mancato versamento dell’imposta. L’imprenditore fece ricorso e il giudice delle udienze preliminari gli ha dato ragione. Prima del giudizio abbreviato, riporta l’agenzia Ansa, l’imprenditore ha raccontato in aula come la sua ditta “che stava facendo un lavoro importante per una società di Firenze – ha riassunto il giudice nella motivazione della sentenza – si era trovata in estrema difficoltà economica perché quest’ultima non aveva onorato le scadenze di svariati pagamenti, motivo per cui l’imprenditore, che già in precedenza era in estrema difficoltà economica in considerazione della difficile congiuntura, all’arrivo della raccomandata con la quale gli si chiedeva di pagare l’Iva non fu in grado di ottemperare”. Nel suo discorso in aula l’imprenditore ha spiegato che la società in questione gli aveva corrisposto solo la metà dell’appalto da 1,5 milioni di euro; i soldi ricevuti erano stati utilizzati per pagare gli stipendi dei dipendenti e i conti dei fornitori in modo da finire in tempo il lavoro.

BUONA VOLONTÀ. A convincere il giudice è stato anche l’impegno dell’imprenditore a saldare il proprio debito con il Fisco. “Essendosi un po’ ripreso economicamente – si legge nella motivazione – ha raggiunto un accordo con l’Agenzia delle entrate, ottenendo la rateizzazione” della cartella esattoriale, che “sta puntualmente pagando”. Ma tra sanzioni e interessi, la cifra da pagare è passata da 176 mila euro a 300 mila. “Faremo ricorso per la decurtazione almeno delle sanzioni – ha dichiarato il legale dell’imprenditore, Vieri Becocci – Nel momento in cui il giudice riconosce l’impossibilità materiale a pagare, diventano illegittime».

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