«Lavori troppo di polso e usi male l’avambraccio». Inizia con una serie di battute da tilt, da corto circuito, il film Troppo forte di Carlo Verdone, dove l’aspirante stella del cinema Oscar Pettinari prova a insegnare improbabili tecniche di gioco – «il flipper è come un amplesso» – al malcapitato avventore di un bar. Era il 1986, la stagione aurea del pinball (nome originale del biliardino elettronico) e anche quella delle prime luci del suo rapido tramonto. In quegli anni, nei bar e nelle sale giochi, arrivano i videopoker cui seguiranno le slot machine, mentre nelle case i cittadini cominciano ad agganciarsi alle prese di corrente con videogame di ogni sorta. Addio alle sale giochi. E soprattutto addio all’universo del flipper che, dal dopoguerra in poi, è stato l’altare laico e luminoso di tanti luoghi pubblici.
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Buche, biglie, pulsanti e alette. La sfida attorno alla macchina era una prova di abilità da pochi spiccioli, ma che consacrava i piccoli grandi re dei bar dello sport. Almeno così fino a ieri. Perché in Italia, e non solo, sta tornando la flippermania. Ennesimo colpo di coda della cultura del vintage o lenta riscoperta degli anni ‘80? Difficile dirlo. Tant’è che oggi, a dispetto di tutto, nei bar della penisola il vecchio flipper ritrova il suo posto. Stiamo parlando di un mercato di nicchia, certo. Appena 350-400 macchine installate ogni anno. Tuttavia, è un bel passo in avanti, visto l’inesorabile declino cui sembrava destinato il gioco del pinball. Negli ultimi 10-15 anni, il flipper era praticamente scomparso, rimasto relegato nel mondo dei collezionisti, delle aste e dei mercatini di modernariato. La svolta è arrivata nel 2010, quando in Italia è nata l’Associazione del flipper sportivo, affiliata della americana Ifpa, International flipper pinball association. Un ente non profit che intende promuovere il gioco a livello sportivo. E la biglia d’acciaio torna a scorrere veloce sul piano inclinato.Campioni del mondo Il ranking internazionale dei giocatori di flipper conta più 20 mila persone. Gli italiani in classifica sono 460. Pochi in confronto ai rappresentanti di altri Paesi, come la Svezia, dove i giocatori, rispetto al totale della popolazione, sono moltissimi. Eppure appena entrati nel giro che conta, gli atleti italiani si sono subito distinti. Basti pensare che Daniele Acciari di Rocca di Papa (Rm) ha guadagnato per ben due volte (2010 e 2012) il titolo di campione del mondo e oggi è il numero quattro nella classifica internazionale. «Da quando abbiamo costituito l’associazione», racconta Alessio Crisantemi, presidente di Ipfa Italia, «c’è stato un ritorno di fiamma di questo gioco. O meglio un’uscita dal letargo, visto che appena entrati nel ranking internazionale un nostro giocatore ha battuto tutti ai campionati del mondo. Ma ciò che più conta è lo spirito del flipper che sta tornando in auge. Promuoviamo circa 30 eventi ufficiali l’anno e in alcune città, come Milano e Verona, si tengono le leghe locali». Insomma, torna la voglia di socializzare con il biliardino elettronico. Attorno al flipper nascono circoli e si organizzano manifestazioni. «La sfida più complessa era proprio questa. Far uscire il flipper dalle case dei collezionisti per riportarlo nella vita sociale come succedeva negli anni ‘70 e ‘80».L’identikit del giocatore è complesso da tracciare. «Ci sono appassionati di ritorno: i ragazzi di ieri che riprendono una vecchia passione. E poi ci sono i giovani che si sono innamorati di questa disciplina. Si tratta di un gioco trasversale che non conosce distinzioni di genere, di età e di classe sociale». L’anno scorso l’Ifpa ha registrato i suoi eventi al circolo Uisp, l’Unione italiana sport per tutti. Infatti, secondo l’associazione, il flipper è da considerarsi un gioco che è anche disciplina sportiva. In Veneto c’è il maggior numero di agonisti, a Villafranca (Verona) e a Fontaniva (Padova), con incontri settimanali, mentre il club di Milano si riunisce al martedì sera. E, dopo aver organizzato i giochi europei l’anno scorso a Rimini, per il 2017 l’Ifpa porterà in Italia i campionati del mondo. «Un successo», dice Crisantemi, «di tutto il movimento del flipper sportivo. Oggi tra i più attivi al mondo, alla pari con gli Stati Uniti».
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Costruttori cercansi Ora che è il mercato è (quasi) ricostituito, ci vorrebbero le imprese. Infatti, le maggior parte delle aziende di pinball ha chiuso i battenti anni fa. Resta in piedi solo la Stern di Chicago, di fatto monopolista del settore, che sforna ogni anno tre nuovi modelli. E pensare che negli anni d’oro, negli Usa, c’erano centinai di costruttori. Eppure il pinball non nasce in America. Il suo antenato è la bagatelle, un gioco di biglie molto popolare durante il regno di Luigi XIV. Furono proprio i soldati francesi a introdurre negli Usa, nel corso della guerra d’indipendenza americana, quel piano di gioco in legno con delle buche, sul quale si spingevano le biglie con bastoncini simili a stecche da biliardo. La moderna macchina da flipper ha invece un brevetto a stelle strisce, registrato quando l’inventore Montague Redgrave, in Ohio, realizzò il ball shooter, la molla d’acciaio che spinge la biglia. Il primo flipper a gettoni è del 1931, fu inventato dalla Automatic Industry e portava il nome di “Whiffle Board”. In quegli anni, vengono messi a punto i meccanismi elettrici del flipper moderno, come il punteggio automatico e i primi suoni, scampanellii azionati da campane e cicalini. Il Tilt, quando la macchina va in corto circuito, è un’idea di Harry Williams, fondatore dell’omonima azienda, per evitare imbrogli e azioni scorrette (come il sollevamento della macchina) da parte dei giocatori. La popolarità del pinball risale agli anni ’50, quando l’industria Gottlieb sforna l’Humpty Dumpty, prima macchina con alette e respingenti. Oggi il pinball ha seguito tutte le strade dell’innovazione elettronica: schermi a Led, Lcd e al plasma. Ed è anche finito in formato virtuale, ripreso in videogiochi che replicano il gioco in digitale.
IN VERSIONE HI TECH |
Non è solo la forma tradizionale e “fisica” del flipper a tornare in auge. Questo gioco è stato uno dei primi a trovare spazio sul mondo digitale. Non solo in rete abbondano siti dedicati ai collezionisti – come pinball.mastertopforum.com, www.collezionistidiflipper.it, www.vecchiflipper.it e www.ipdb.org, tanto per dirne qualcuno – ma già sui primi Windows lanciati da Microsoft il pinball era un must dell’intrattenimento. E oggi le app e i siti che offrono la possibilità di sfidarsi in virtuale non mancano di certo, a riprova del fatto che questo gioco non passa mai di moda. Basta cercare su Google Play per trovare 250 app per Android ispirate a questo classico senza tempo, mentre su App store ne sono disponibili ben 500 versioni per iPhone e iPad. |